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CANTONEDe Gregori, 40 anni di canzoni in Vivavoce

20.10.14 - 06:21
Francesco De Gregori si racconta in previsione della sua prossima tappa nella Svizzera italiana
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De Gregori, 40 anni di canzoni in Vivavoce
Francesco De Gregori si racconta in previsione della sua prossima tappa nella Svizzera italiana

LOCARNO - A seguire illustri colleghi – parliamo di Pippo Pollina, Paolo Conte, Franco Battiato, Roberto Vecchioni ed Edoardo Bennato - passati alle nostre latitudini nel corso delle precedenti edizioni, sabato 22 novembre De Gregori, a sua volta, si trasformerà nel protagonista di un concerto – il 6° Concerto per l’infanzia - il cui obiettivo è quello di raccogliere fondi da destinare – interamente - in favore delle associazioni ticinesi che si prodigano nella protezione dei più piccoli.

Il cantautore romano tornerà in Ticino con una performance antologica, a supporto del suo nuovo disco, un doppio, dal titolo “Vivavoce”, in uscita il prossimo 10 novembre. Si tratta di un album che raccoglierà le rivisitazioni dei ventotto momenti più importanti della sua carriera, ossia di canzoni come “Generale”, “Alice” (ripresa in coppia con Luciano Ligabue), “Titanic” e “Buonanotte Fiorellino”.

De Gregori, perché scegliere di rivisitare parte del suo repertorio?

Potrebbe sembrare un’operazione narcisistica, ma nel corso degli anni – quarantuno per l’esattezza - il modo di cantare e di suonare queste canzoni è cambiato, si è modificato sera dopo sera durante i concerti… Un aspetto, questo, che dal mio punto di vista andava documentato, ma non con il suono di un disco live, bensì con il suono più pulito, più preciso, di uno studio di registrazione… Quello di “Vivavoce” è il De Gregori che oggi il pubblico si ritrova davanti… Oggi sono così…

Dietro alla rielaborazione delle canzoni figura quindi anche un imprescindibile cambiamento personale…

Nel corso degli anni un uomo perde i capelli, mette qualche chilo, cambia la voce… E la voce per un cantante o un cantautore è inevitabilmente lo specchio dell’anima… Da qui il titolo dell’album…

Cosa dobbiamo aspettarci? “Alice”, in rotazione radiofonica dal mese di settembre, non mostra grandi cambiamenti…

Le ventotto canzoni sono state rielaborate insieme a una formazione di dieci elementi, ma sono assolutamente riconoscibili… In qualche caso è cambiato il tempo, che ho voluto trasportare da quattro a tre quarti, o viceversa… Tutto qui…

Dopo anni di carriera alcuni artisti rielaborano i propri brani a causa delle scelte stilistiche dettate dalle major nel momento delle registrazioni originali… È anche il suo caso?

No, anche se ho inciso con grandi case discografiche, come la RCA o la Sony, non ho mai sentito pressioni… I miei dischi sono sempre stati pubblicati come io volevo che uscissero… Non ci sono mai state interferenze… La necessità di ricantare oggi queste canzoni è dovuta semplicemente al fatto che nella mia testa hanno subito un processo di consolidamento… Niente di più…

Perché, secondo lei, brani come “Generale” (1978) o “Alice” (1973) stentano ad invecchiare?

Al loro interno immagino ci sia qualcosa in grado di renderle impermeabili al tempo… Nemmeno io so cos’è…

Che differenza c’è cantare oggi “Viva l’Italia”?

Sostanzialmente nessuna… L’ho scritta nel 1979 come un atto di amore, di riconoscenza, per il mio Paese… E questa necessità di ribadire l’amore per la mia terra è assolutamente rimasta intatta…

Mi racconta la nascita del duetto con Luciano Ligabue?

Alla base di questa collaborazione c’è inevitabilmente una stima reciproca… Nel frattempo volevo documentare anche un passaggio di testimone, e Luciano mi è sembrato subito il più adatto…

Perché passare il testimone? Non mi dirà che ha intenzione di seguire la scelta di colleghi come Francesco Guccini e Ivano Fossati, optando di non più rientrare in studio e tenere concerti?

No, assolutamente… Anzi, mi dispiace che altri artisti smettano di fare il loro mestiere quando ancora riescono a farlo molto bene… Il mio mito è Leonard Cohen, che all’età di ottant’anni ha pubblicato un disco stupendo… Questa professione, per fortuna, non ci obbliga ad andare in pensione…

Infos: 079 444 27 94

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