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TICINODeadly Dive: "Non siamo i nuovi Gotthard"

21.03.12 - 08:50
La band luganese è una prova della buona salute dell'hard rock ticinese
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Deadly Dive: "Non siamo i nuovi Gotthard"
La band luganese è una prova della buona salute dell'hard rock ticinese

LUGANO – Luganesi, giovani e suonano a tutto volume : sono i Deadly Dive, hard rock band che qualche mese fa ha pubblicato il disco d’esordio “Snakebite”.

Il sound dei Deadly Dive, nati nell’estate 2009, attinge alla grande tradizione dell’hard rock: all’ascolto si pensa ai primi Aerosmith e agli intramontabili Ac/Dc. Lo conferma Vich, bassista e manager della band: “Le nostre sono classiche sonorità hard rock, ma miscelate con suoni moderni, grazie alla tecnologia che offre ai musicisti più possibilità creative”.

“Snakebite” è un disco che centra il bersaglio. “Le canzoni, a detta di tutti, sono fresche ed orecchiabili. Non c’è nulla di particolarmente originale e i brani sono ‘classici’, ma crediamo siano godibili e fatti bene”. Prodotti da un’etichetta italiana, i Deadly Dive sono attesi da una decina di date fino alla fine della primavera, e stanno programmando due minitour. “Il primo, a settembre, tra Svizzera e Germania, e il secondo in Italia fra ottobre e novembre prossimi”.

In Ticino, si sa, hard rock vuol dire Gotthard. Anche una giovane compagine come i Deadly Dive si trova confrontata con il prestigio della band di Leo Leoni e soci. “Una volta, a Luino, un promoter ci spacciò come “i nuovi Gotthard”. In realtà non siamo proprio affini: solo qualcosa dei loro primissimi dischi si avvicina alla musica che facciamo noi. Ad ogni modo il paragone con una band così importante fa sempre piacere”.

Per concludere una riflessione sul panorama musicale ticinese. “In Ticino si fa tanto, specie nel Sottoceneri, con rassegne come Palco ai Giovani e TBB Rock Festival di Taverne. C’è però la tendenza a lamentarsi sempre dei costi eccessivi dei concerti e degli eventi. Vediamo giovani che non esitano a spendere un sacco di soldi quando è Carnevale, e poi si lamentano se il biglietto di un concerto costa 10 franchi. Come se la musica non valesse nulla”.
 

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