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La figlia di Whitney Houston rimane in coma dopo il fallito tentativo dei medici di diminuire i farmaci che consentono la respirazione
LOS ANGELES - Fallito il tentativo da parte dei medici di diminuire la dose di farmaci che tengono in vita Bobbi Kristina Brown che, a quasi un mese dal ritrovamento del suo corpo nella vasca da bagno della sua casa di Atlanta, rimane in coma farmacologico.
Dopo aver notato un peggioramento della respirazione, infatti, i medici della clinica in cui è ricoverata la figlia di Whitney Houston e Bobby Brown, si sono visti costretti a sedare nuovamente la ragazza, preda delle convulsioni.
Una fonte rivela al magazine PEOPLE: "È un terribile passo indietro. Tutti speravano che questo potesse essere un punto di partenza verso un miglioramento. I familiari erano ottimisti."
"Bobby ha reagito malissimo - continua una persona vicina alla famiglia - si era detto sicuro che sarebbe stato un giorno positivo. Ciononostante nessuno ha perso la speranza. Continuiamo a pregare. Non importa a quale credo religioso appartenete, se siete religiosi o meno. Dobbiamo continuare a rivolgere i nostri pensieri, le nostre preghiere e i nostri auguri. Per favore, non smettete di farlo".
In questo momento di dolore e preghiera, a far discutere sono sempre i pessimi rapporti tra la famiglia di Bobbi e il presunto marito [il padre ha negato qualsiasi matrimonio, ndr] Nick Gordon, a cui è stato imposto il divieto di vegliare sul corpo della ragazza aspirante attrice.
Su Twitter, Gordon ha postato: "Il mio cuore esplode di rabbia. I Brown mi hanno allontanato ancora. Loro non sanno nemmeno chi sia lei. Questo è un sabotaggio. Mi manca da morire. Mi sento una nullità in questi giorni. Continuate a supportarla. Grazie di tutto".
