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L'attore e regista torna sulla polemica a distanza con il fratello Gabriele Muccino con cui non parla da ben sette anni
ROMA - Continua il botta e risposta a distanza tra i fratelli Gabriele e Silvio Muccino, i cui rapporti ormai sembrano essere davvero giunti ad un punto di non ritorno. Questa volta è il turno di Silvio, che, ospite a 'Le Invasioni Barbariche', afferma di essersi sentirsi 'violentato' dalle dichiarazioni rilasciate poche settimane fa dal fratello maggiore proprio al salotto di Daria Bignardi.
Negli studi de LA 7, l'attore e regista, tornato al cinema con il film 'Le leggi Del Desiderio', ha dichiarato: "Rimango sempre basito di fronte alle dichiarazioni pubbliche di Gabriele, che ogni volta mi violentano perché mi portano a doverne parlare. Anche oggi, anche adesso, che vengo dal lungo tour promozionale del mio film, che mi sta rendendo molto felice, mi trovo a dover rispondere a questa domanda. 'Come va con tuo fratello? Come va con la tua famiglia?'".
Alle affermazioni di Gabriele, che dichiarava di non vedere né sentire il fratello da ben sette anni, Silvio ha risposto: "Non ci sentiamo da sette anni ma io non sono irraggiungibile. Non sono, come dice lui, 'volatilizzato'. Il mio numero di telefono ce l'hanno cani e porci. Ce l'ha anche la moglie."
La cosa che sembra più ferire Silvio è la spettacolarizzazione della dolorosa vicenda ad opera del regista de 'L'Ultimo Bacio', reo di aver dato in pasto a social network e giornali un fatto che, a suo avviso, sarebbe dovuto rimanere strettamente privato.
"Per motivi che non riesco a capire - puntualizza - e che non condivido, Gabriele ha reso questo ovvio dolore, mio, suo e nostro, uno spettacolo pubblico. Un triste reality show. Ho passato sette anni di silenzio dove Gabriele ha parlato di continuo, su Twitter, su Facebook, sui giornali."
La parola 'violenza' ricorre più volte durante l'intervista di Silvio che confessa come, ad aver fatto precipitare i rapporti, siano state le accuse di Gabriele, che ha affermato come il fratello sia stato 'plagiato' dalla sceneggiatrice Carla Vangelista.
"La via preferenziale a cui credere è il plagio. Col plagio si sistema tutto. Non ci sono responsabili. Non ci sono colpe. A pagare le spese di questa violenza è Carla Vangelista che vede il suo nome accostato a questa vicenda su blog di cinema. Una violenza su una donna enorme".
