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STATI UNITICento anni di relatività

25.11.15 - 09:10
L'equazione più celebre del mondo fu presentata all'Accademia prussiana il 25 novembre 1915
Cento anni di relatività
L'equazione più celebre del mondo fu presentata all'Accademia prussiana il 25 novembre 1915

PRINCETON - L'equazione più celebre del mondo, quella alla base della teoria della relatività generale che ha rivoluzionato l'immagine dell'universo, ha 100 anni: il 25 novembre 1915 Albert Einstein l'ha presentata all'Accademia prussiana delle scienze e nel marzo dell'anno successivo l'ha pubblicata nella rivista "Annalen der Physik".

Grazie alla teoria della relatività generale "Einstein è diventato un'icona perché ha scardinato completamente la visione dell'universo data da Newton", rileva il fisico Antonio Masiero, vicepresidente dell'Istituto nazionale italiano di fisica nucleare (Infn). Per Newton, infatti, l'universo era un grande palcoscenico nel quale lo spazio e il tempo erano due elementi immutabili. "Einstein - prosegue Masiero - ha cambiato completamente questa visione, dicendo che spazio e tempo sono creati e 'deformati' dalla materia stessa".

Con il linguaggio della matematica Einstein ha descritto la gravità come la curvatura dello spazio-tempo, ossia il modo in cui la materia 'deforma' lo spazio-tempo. In base a questo principio, per esempio, la relatività spiega il meccanismo per cui la Luna orbita intorno alla Terra: "immaginiamo – dice il vicepresidente dell'Infn - un tavolo da biliardo che viene curvato da un peso. Se lancio una biglia sul tavolo deformato questa entra nell'affossamento e si mette a girare: lo stesso meccanismo vale per la Luna che gira nella curva generata dalla Terra nello spazio".

Dalla gravità dipende anche il tempo, che scorre più velocemente se questa forza è maggiore. Questa, per Masiero, "è stata una grande rivoluzione culturale" ed è il motivo per il quale ancora oggi Einstein è una "popstar della fisica" amata dal pubblico: per molti il padre della teoria della relatività "incarna lo stereotipo del genio che con la sua mente riesce a dare una visione diversa del mondo".

La popolarità per Einstein è arrivata a pochi anni dalla presentazione della sua equazione al mondo accademico e nell'arco di pochi anni ha fatto il giro del mondo. A rendere "famosissimo Einstein", per Masiero è stato un esperimento del 1919. Una spedizione di fisici ha approfittato di una eclissi per dimostrare che quando un raggio di luce passa vicino a un corpo celeste molto grande, come il Sole, viene deviato nella misura prevista da Einstein.

Da allora la relatività è stata confermata da molti altri test, però ci sono ancora questioni aperte. Per esempio si sta lavorando per dimostrare l'esistenza delle onde gravitazionali, ossia le oscillazioni dello spazio-tempo generate da fenomeni cosmici molto violenti. L'obiettivo è catturare questi "scricchiolii dello spazio-tempo", da Terra, con le antenne del progetto italiano Virgo e di quello statunitense Ligo, e nello spazio con la missione dell'Agenzia spaziale europea (Esa) Lisa-Pathfinder.

Nell'"annus mirabilis" 1905 Einstein, quand'era impiegato all'Ufficio federale della proprietà intellettuale a Berna in qualità di esperto tecnico, aveva già formulato la teoria della relatività "ristretta": con quest'ultima aveva descritto la distorsione dello spazio e del tempo provocata da una massa in movimento a una velocità vicina a quella della luce. La teoria formulata dieci anni più tardi, come indica il nome stesso ("generale"), ha un significato più ampio.

Einstein trascorse più di 15 anni in Svizzera, quelli trascorsi nella città federale furono cruciali e lasciarono un buon ricordo allo scienziato che nelle sue memorie scrisse: "Che bel periodo quello di Berna".

Einstein, nato nel 1879 a Ulm (D), era giunto nella Confederazione nel 1895, ad Aarau. Dopo il ginnasio, entrò al Politecnico federale di Zurigo (ETH), dove studiò matematica e fisica ed incontrò la futura moglie, Mileva Maric. Nel 1908, Einstein ottenne la docenza all'università di Berna. La fama crebbe e l'anno successivo si trasferì a Zurigo, dove fu responsabile della cattedra in fisica teorica all'ETH. Dopo altre tappe, dal 1914 al 1933 si trasferì a Berlino, che lasciò con l'avvento del nazismo per trasferirsi negli Stati Uniti. Morì a Princeton (Usa) nel 1955.

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