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CANTONELe Iene tornano nei postriboli ticinesi. Il copione si ripete

13.10.15 - 14:01
Moralismo e l'ennesimo ritratto grottesco per la nuova puntata nella terra del sesso legale di Enrico Lucci
Le Iene tornano nei postriboli ticinesi. Il copione si ripete
Moralismo e l'ennesimo ritratto grottesco per la nuova puntata nella terra del sesso legale di Enrico Lucci

LUGANO - È ormai un appuntamento ciclico. Un po' come l'inizio della scuole o la prima neve per i TG. Ed ecco che l'incravattatissimo Enrico Lucci, nel solito completo nero diventato negli anni la divisa ufficiale delle Iene, torna in Ticino per parlare, per l'ennesima volta, di postriboli e prostituzione.

Forte del voyeurismo proprio di una certa parte di pubblico, l'inviato di Italia 1 ripropone l'ennesimo ritratto grottesco, da un lato, e drammatico, dall'altro, di quell'argomento tanto tabù per alcuni, quanto oggetto dei desideri per altri.

Lo dimostra il successo dei postriboli sulla fascia di confine visitati, a detta di uno dei gestori, per il 90% proprio da abitanti del Belpaese.

Lucci, accompagnato da due avventori italiani appassionati di "contact bar" (così vengono definiti i bordelli), offre allo spettatore un ritratto impietoso del "consumatore tipo": tutto calcio, fascismo, cultura da cinepanettone e, ovviamente, donne. A pagamento.

C'è il quasi 40enne che ancora vive con i genitori, e che vanta almeno 5 visite regolari a settimana in queste Mecche del sesso ("fino a 28 volte di fila", sottolinea con fierezza), e l'ultra 40enne che da Bergamo si è trasferito sul confine per soddisfare meglio questa sua passione (sul petto mostra orgoglioso il tattoo del logo di uno dei principali postriboli di Chiasso).

"Un bar come un altro", definiscono il loro luogo di culto. Dove si possono incontrare "tante belle ragazze". Un luogo nel quale sognano di far innamorare e dar piacere alle donne che incontrano, seppur dietro compenso. E non ci sarebbe niente di male in tutto questo se non arrivasse infine, come da copione, la conclusione drammatica che vuole, magari anche forzatamente, sollevare il velo di Maya per svelare un mondo fatto di finzione e dolore. con l'intervista alla professionista del sesso pentita che giura: "Fingo sempre e presto lascerò questo mestiere".

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