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CANTONETicino, una terra invasa dagli zombie?

19.08.14 - 06:10
In un blog letterario, il giovane scrittore Mattia Bertoldi ha immaginato un cantone in piena emergenza morti viventi
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Ticino, una terra invasa dagli zombie?
In un blog letterario, il giovane scrittore Mattia Bertoldi ha immaginato un cantone in piena emergenza morti viventi

LUGANO - Di blog ne è pieno il web. E, a dirla tutta, ormai non vanno più per la maggiore, viviamo nell’era di Facebook. Così non stupisce affatto che il blog di Cristiano Camporosso, momò di Pedrinate, sul quale il giovane racconta la sua quotidianità non se lo sia filato praticamente nessuno, almeno fino al 24 dicembre 2013. Proprio quel giorno sul suo diario digitale Camporosso si lamenta che la televisione non va e che pure i maggiori portali web sono in panne.

Così si mette in contatto con i suddetti, manda un paio di mail, qualcuno risponde: “Ha aggiornato i cookies? Lo faccia e riprovi!”. Ma il motivo di questa débâcle globale, sempre secondo lui è uno solo: un’invasione di zombi ha colpito il Ticino. Sul sito inizia così, un post al giorno, l’incredibile storia di un viaggio in un Cantone invaso dai morti viventi. Dopo diversi mesi, cento post e 130 000 battute, l’epopea è arrivata alla conclusione: il Gottardo.

L’avventura para-reale di Cristiano, seguita da alcuni media (increduli e pure un po’ divertiti) e diversi appassionati (che invece partecipavano al gioco di finzione) è un esperimento narrativo digitale dello scrittore ticinese Mattia Bertoldi, classe 1986. L’idea, ci conferma il giovane autore “Non è completamente originale, si tratta di una declinazione locale di una moda che con la serie tv The walking dead ha raggiunto l’apice”.

L’innovazione sta però nella forma/formula narrativa: “Prima di iniziare questa mia opera ci ho pensato bene, avevo bisogno di un alias affinché il tutto restasse più convincente. In Ticino tutti si conoscono, avevo bisogno di un vero e proprio Signor Nessuno. Anche la scelta del blog è stata voluta, avevo pensato ai social network ma la cosa rischiava di diventare ingestibile e perdere di incisività”.

Sul web i mondi narrativi spaventosi, condivisi e co-creati dagli utenti, spopolano. “Sharare” il brivido contribuisce a renderlo più vero, anche se vero non è.

Il gioco fra finizione e realtà è quello che ha tenuto in piedi il racconto e ha portato sempre più ticinesi a cliccare sul blog: “C’è chi ha preso Cristiano per un mitomane ma c’è anche chi ha partecipato al gioco inviandogli delle mail in cui raccontava la sua avventura nell’apocalisse zombi. Spesso e volentieri ho integrato queste storie parallele, che ho letto solo io, nel racconto”.

Come spesso capita con le storie di zombi qualcuno ha voluto leggerci qualcosa di più, una sorta di critica sociale. “I morti viventi e l’epidemia che li genera, arrivano dalla vicina Italia. Un’invasione mortifera che qualcuno ha paragonato agli effetti nefasti del frontalierato. Anche il saluto di Cristiano al Ticino, lui è diretto verso Zurigo dove c’è la cura all’epidemia, è stato visto in maniera simbolica. C’è chi l’ha interpretato in chiave lavorativa, l’emigrazione verso lidi più verdi, e chi addirittura ha pensato che fosse una richiesta d’aiuto e che stava per suicidarsi! Ovviamente si tratta di interpretazioni personali.”

L’interesse per la saga di Camporosso ha avuto un paio di picchi di clic: “La parti che sono state linkate e lette di più sono state l’inizio e la fine, ma anche quella legata all’attraversamento del Ceresio e alla lotta del gruppo di sopravvissuti con la versione non-morta di un noto condutture di Radio 3iii…”

In conclusione Ticino Zombies è stato un esperimento interessante e “molto soddisfacente”, ma ce la può fare un giovane scrittore a sbarcare il lunario? “Certo che sì, bisogna però affiancare alla scrittura puramente creativa anche quella professionale”.

Tutta la storia di Cristiano Camporosso la trovate online su ticinozombies.blogspot.ch

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