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A colloquio con uno studente in Physical Theatre alla Scuola Teatro Dimitri.
Chi sei?
Rocco Schira di Bellinzona.
Studente Bachelor in?
Teatro, physical theatre.
Segni particolari?
Sono molto orientato verso le arti visive, fatto che si è consolidato anche con lo studio di belle arti e scenografia all'Accademia di Brera, una scuola dove puoi quasi respirare la storia dell'arte e dove volevo soddisfare i miei interessi umanistici.
Quando hai capito di voler fare teatro?
Ho iniziato con piccole cose a cinque anni, l'età in cui ho cominciato anche a suonare il violino, e da lì non ho mai smesso di esibirmi. Ma la prima esperienza forte è arrivata al liceo, lavorando con Lorenzo Manetti.
A cosa non rinunceresti mai?
I miei capelli? Scherzi a parte, non rinuncerei mai a un certo senso di libertà che si connette con il connubio arte-vita. L'arte è in gran parte alimentata dalla libertà di chi la fa.
Dove vorresti assolutamente andare?
Dopo Verscio, nelle grandi città del mondo che non ho ancora visto: Tokyo, New York, Londra...
Dove ti vedi tra tre anni?
Spero su un palcoscenico. O magari sul set di un film.
