PRO JUVENTUTEOrganizzare i ritmi per ottimizzare l’educazione

Una nota rivista di divulgazione scientifica della vicina penisola ci suggerisce che, per riuscire a riposare meglio, è necessario dotarsi di un ritmo giornaliero da poter rispettare, né eccessivamente carico di impegni, né troppo povero di contenuti. Soprattutto – ci viene suggerito – niente tablet o computer o smart phone prima di andare a dormire. I suggerimenti contenuti nell'articolo sembrano scontati, forse addirittura banali agli occhi di chi, come molti di noi, vive sulla scorta di una ferrea organizzazione dei tempi di una giornata.

Ma per ciò che concerne le famiglie, come stanno le cose? In che modo, ad esempio, la società nella quale viviamo aiuta le famiglie nell'organizzazione degli impegni che compongono la loro giornata e, forse soprattutto, quella dei figli? È un dato di fatto, come l'articolo stesso ci ricorda molto bene, che pianificare bene là dove possibile una giornata (una settimana, magari addirittura un mese o più) di attività può offrire molte opportunità anche di tipo educativo (come p. es.: la discussione con i propri figli su cosa è importante e cosa lo è meno; la decisione su cosa è da fare e cosa è invece da scartare; la comune pianificazione e organizzazione delle attività al di fuori della scuola; i trasporti; la combinazione di quest'attività con quella e via dicendo). Non è, però sempre facile passare dalle parole ai fatti.

In un contesto di vita dove entrambi i coniugi (là dove ci sono ancora entrambi i coniugi) sono costretti a lavorare, l'improvvisazione (e non potrebbe essere altro) nell'organizzazione dei tempi e dei ritmi di attività dei nostri bambini è il terreno su cui molto spesso ci si è obbligati a muoversi. Ecco perché, se ancora ce ne fosse bisogno, è necessario investire ancora di più nelle politiche dell'infanzia e della gioventù e fare della regolarità delle attività e dei ritmi della giornata occasioni di educazione e non inutile fonte di sovraccarico.