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PRO JUVENTUTEGli adulti dovrebbero essere i primi a credere nei giovani

21.08.14 - 06:00
Stiamo davvero preparando i nostri giovani a prendere in mano le redini di questo paese?
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Gli adulti dovrebbero essere i primi a credere nei giovani
Stiamo davvero preparando i nostri giovani a prendere in mano le redini di questo paese?

Qual è lo stato di salute dei nostri giovani? Come stanno? Come se la passano? Non intendo dire dal punto di vista della salute stricto sensu, né (tantomeno) dal punto di vista epidemiologico (che espressione sterile, questa, per parlare di questioni che riguardano i giovani). Noi adulti facciamo, assai frequentemente, riferimento ai giovani: non fanno questo, fanno quest'altro, sono violenti, hanno bisogno di un posto di apprendistato, non sanno che fare, hanno bisogno di aiuto e via dicendo. Meno frequentemente – sempre noi adulti – vediamo la relazione che intercorre con i nostri giovani. In verità non credo che li conosciamo ancora a sufficienza.

Come li stiamo crescendo? Come ci prendiamo cura di loro? Come stiamo preparando quelle condizioni di vita (relative all'ambiente, alla società nella quale viviamo) nelle quali i giovani stessi impareranno, accompagnati dalla nostra presenza (non dimentichiamolo: non c'è atto che non sia educativo, nel senso positivo ma anche negativo del termine. Detto altrimenti: i giovani imparano tutto da noi adulti, sia il bene che il male), a muovere i primi incerti, poi sempre più certi, passi nell'età adulta? Stiamo davvero preparando i nostri giovani a prendere in mano le redini di questo paese? Stiamo crescendo con loro veramente? Io, sinceramente detto, non lo credo, non fino in fondo, almeno.

Credo anzi che per molti di noi adulti la questione giovanile sia qualcosa di cui occuparci solo quando assurge agli altari della cronaca. Questo non va bene! Progettiamo, pianifichiamo, investiamo di più – massicciamente di più! - sui nostri ragazzi perché se domani vorremo che qualcuno si occupi del nostro paese (e quindi anche di noi, uno per uno) dobbiamo pensarci già ora. Siamo noi adulti i primi a doverci credere e a dimostrarlo!

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