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PRO JUVENTUTE Non lamentiamoci dei giovani, ma siamo un esempio

07.04.16 - 06:00
A volte non è facile comprendere il comportamento dei ragazzi, ma perché non proviamo ad essere un punto di riferimento?
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Non lamentiamoci dei giovani, ma siamo un esempio
A volte non è facile comprendere il comportamento dei ragazzi, ma perché non proviamo ad essere un punto di riferimento?
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Qualche giorno fa mi è successo di parlare con un collega confederato che si occupa di formazione (apprendistato). Gli ho chiesto quali fossero le opportunità e le sfide maggiori che, attraverso il suo lavoro, incontrava. Durante la discussione, ad un certo momento, l'attenzione si è focalizzata sul concetto di atteggiamento, in particolare sul "modo di fare" che di quando in quando i giovani assumono sul luogo di lavoro. E subito il collega ha sottolineato la fatica che alcuni imprenditori fanno nell'accettare – appunto – un atteggiamento che ritengono insufficiente in un giovane in formazione.

È chiaro… a volte è difficile comprendere un ritardo sistematico nel giungere sul posto di lavoro (magari giustificato in maniera per nulla convincente), o un linguaggio non proprio appropriato alle varie situazioni, un una leggerezza nel fare questo o quello. Ma non è forse anche qui la sfida educativa che noi adulti siamo chiamati ad assumere?

Un giovane in formazione (diciamo: adolescente e postadolescente) è, per l'appunto, in un momento della vita molto significativo, non solo sotto il profilo professionale. Crescere con lui, stargli accanto, permettergli di comprendere meglio ciò che gli sta attorno, sostenerlo, aiutarlo a rialzarsi quando cade e via dicendo, non sono forse, anche questi, tra i compiti che un adulto deve assumere nel prendersi cura di un giovane? In fondo, ci siamo passati tutti; chi più e chi meno è stato – agli occhi degli adulti – un giovane in gamba; tutti siamo stati in tutto e per tutto, in ogni caso, giovani che hanno dovuto crescere e se qualcuno di noi ha potuto avere uno o più riferimenti forti attraverso i quali confrontarsi con la vita, tanto meglio. Ma se le cose stanno così, ecco che, a maggior ragione, oggi noi adulti dobbiamo divenire riferimenti forti per i nostri ragazzi.

 

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