PRO JUVENTUTEApprendisti non fatevi annientare dal lavoro; crescete con lui

Per molti dei nostri ragazzi la vita ha preso, da quest'estate, una nuova via. Molti i nostri giovani, infatti, che hanno iniziato un apprendistato, chi in un settore, chi in un altro. La responsabilità che abbiamo, in quanto adulti, va ben oltre il fatto di insegnare delle tecniche lavorative. Il gesto del falegname, del muratore, dell'impiegato, del meccanico va ben al di là di ciò che si vede. Detto altrimenti: il lavoro – dimensione esistenziale oggi profondamente in crisi – non può essere ridotto a performance, né a una serie di obiettivi e risultati (il più delle volte, rispettivamente, foschi e non conseguiti…).

Cosa dobbiamo allora insegnare a quei ragazzi che hanno deciso di affidarsi a noi (non dimentichiamolo…) per imparare un mestiere? Molte cose; una di queste è però data dalla capacità di collegare la vita professionale alla vita vissuta, per far sì che un giovane diventi persona anche attraverso il suo lavoro e non ne sia, invece (come purtroppo di frequente accade nel mondo degli adulti) sopraffatto, annientato, annichilito. Per far tutto ciò, però, dobbiamo prima di tutto riflettere noi adulti sul nostro rapporto con il nostro lavoro poiché, prima di insegnare ad un giovane - inesperto di mestiere ma affamato di vita - cosa può voler significare svolgere un lavoro con attenzione, concentrazione, passione, dobbiamo averlo ben in chiaro noi. Senza se e senza ma.