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Spesso gli adulti credono di sapere la risposta, ma non è così
Quali sono gli elementi che ci consentono di dire che i nostri ragazzi sono felici? Ci abbiamo mai pensato, a come e quanto loro si sentono felici? Detto altrimenti: cosa fanno per esserlo, cosa inseguono, a cosa ambiscono e a cosa anelano? Difficile rispondere una volta per tutte… Fatto sta, però che quasi sempre ciò che piace a loro non è ciò che piace a noi. E qui, solitamente, gli adulti peccano di presunzione. È chiaro… sarebbe sbagliato dire che la ragione sta solo da una parte - che è quella dei giovani - e che il torto sta dall'altra - che è quella degli adulti.
Molto spesso, però, noi adulti pensiamo ai giovani e a ciò che fanno utilizzando le nostre categorie e le nostre facoltà (come ad esempio quella di percepire la realtà secondo una logica e un ordine che sono tipici dell'età adulta). Ciò che ne consegue è l'espressione e la formulazione di giudizi sull'operato dei giovani che non li considera sempre per quello che sono e che contraddistingue, invece, tutti gli individui che sono in una fase di crescita.
Sapere che cosa fa felice un giovane, o darsi pena per scoprirlo, sarebbe già un primo importantissimo passo per condividere pezzetto di un percorso educativo che, troppo spesso, viene lasciato al caso o - detto genericamente - alla vita. Ma, anche qui, siamo alle solite: bisogna essere disposti a farlo, cioè, essere pronti a sacrificare - diciamo - un pizzico della nostra adultità per entrare in relazione con chi ha bisogno di confrontarsi con gli altri per poter crescere. E questa responsabilità spetta a noi, non ai giovani. E allora proviamo, alla prima occasione, a chiedere ad un giovane che cosa lo fa felice; sarà stato, quello, un importante segno di quanto a loro, noi adulti, crediamo.