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PRO JUVENTUTEAdulti che smettono di imparare

09.04.15 - 08:00
Non basta dire "Ho cresciuto dei figli" per ritenersi "imparati"
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Adulti che smettono di imparare
Non basta dire "Ho cresciuto dei figli" per ritenersi "imparati"
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Il desiderio, la voglia di imparare credo appartenga alla natura dell'uomo. Non sempre, però, esso cresce e si sviluppa in maniera sistematica e organica (almeno un pochettino…). In tema di bambini e giovani sembrerebbe che ognuno sia già di per sé competente quanto basta (quante volte abbiamo sentito dire cose del tipo: ho cresciuto dei figli, oppure: basta un pizzico di buon senso, e via dicendo). Tutto giusto, tutto corretto. Questo, però, in realtà non è sufficiente ed è il nostro più o meno malcelato imbarazzo nei confronti dei bambini e dei giovani, su come cioè entrare in relazione con loro e su come prenderci cura di loro che tradisce questo sentimento.

Tutti, oggi, stiamo attraversando un periodo storico di non facile approccio e lettura. La relazione con i nostri ragazzi, nati e cresciuti in un mondo davvero diverso da quello nel quale sono nati e cresciuti gli adulti di oggi, offre innumerevoli opportunità per tentare di comprendere quello che sta succedendo e pianificare gli anni futuri di questo Paese. Siamo cioè chiamati a imparare cose nuove e, forse più di quanto sia fino ad oggi accaduto, siamo chiamati a farlo con i giovani stessi. Un atto di responsabilità, certo. Forse però, più ancora, un atto di libertà, se con questo termine si intende, tra le altre cose, esercizio e condivisione dei propri valori, delle proprie qualità e degli aspetti che contraddistinguono il proprio profilo di personalità.

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