PRO JUVENTUTEDal fare il pane, a realizzare ambizioni

Almeno una volta nella vita devi fare il pane. Così mi dice una conoscente… ma in che senso? Semplice: nel senso molto concreto. Farina, acqua, lievito e altri ingredienti speciali, se lo si desidera, e via…Impastare, lavorare, affaticarsi le mani nella sempre più omogenea amalgama. Mettere nel forno e lasciar cuocere. E poi… gustare. E' vero. Ha un sapore diverso quel pane. C'è un non so ché di fierezza, di orgoglio nel mettersene in bocca un pezzettino fatto con le proprie mani. Fuor di metafora, in un mondo che è sempre più virtuale e sempre meno reale (apparentemente, almeno, poiché le cose non stanno solo così, anzi…) l'importante è dare concretezza a ciò che facciamo con i giovani poiché ne hanno bisogno così quanto noi.

Diamo loro la possibilità di concretizzare le loro ambizioni, piccole o grandi che siano, in oggetti "veri" fatti di qualcosa di solido e in esperienze altrettanto concrete, maturate e realizzate davvero, fino in fondo. I giovani hanno anche bisogno di manifestare i segni del loro passaggio e di veder realizzati in qualcosa di maneggiabile i loro desideri. Così come nella metafora sopra riportata, nella vita reale siamo noi adulti coloro che sono chiamati a fornire ai giovani tutti gli elementi (le condizioni di contorno e di sicurezza) attraverso i quali possano – davvero – mettere le mani in pasta. Adoperiamoci quindi di più di quanto già oggi facciamo per abbinare alle esperienze virtuali, anche esperienze reali le quali, per quanto apparentemente insignificanti possano sembrare, contribuiscono in maniera determinante alla crescita e alla maturazione dei nostri ragazzi.