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L'OSPITECassa malati unica, il mio sarà un NO "critico"

26.09.14 - 14:21
Prof. Tiziano Moccetti, Direttore Medico e Primario di Cardiologia del Cardiocentro Lugano
Cassa malati unica, il mio sarà un NO "critico"
Prof. Tiziano Moccetti, Direttore Medico e Primario di Cardiologia del Cardiocentro Lugano

“Sull’iniziativa socialista che propone la cassa malati unica voterò un chiaro NO. Ma il mio, come quello di molti altri, sarà un NO “critico”. La domanda di fondo a cui dobbiamo rispondere è la seguente: abbiamo, in Svizzera, un sistema sanitario valido, di cui possiamo considerarci soddisfatti e fieri, oppure no? Personalmente non ho dubbi. Conoscendo il resto del mondo, e avendolo girato, ritengo che il nostro sistema sia di assoluta eccellenza. Forse il migliore al mondo. Lo dico anche alla luce della mia esperienza di oltre quarant’anni di medicina in Ticino: ho potuto curare, senza alcuna differenza, i pazienti più benestanti come i più poveri. E ho potuto farlo proprio perché il nostro sistema di finanziamento e di gestione sanitaria lo consente, anzi lo garantisce.

Ci chiediamo continuamente se si può diminuire l’impatto finanziario della sanità sui cittadini e sugli enti pubblici che sono chiamati a partecipare. Secondo me si può solo a una condizione: razionando le cure. Cosa che potrebbe accadere in un sistema monopolistico gestito da una cassa malati unica. È possibile che a lungo andare si arrivi a una sensibile diminuzione dei costi. Ma a quale prezzo per i pazienti?
Con una cassa unica si formerebbe senza dubbio una medicina di Stato, che deciderà fino a che valore di prestazione si può trattare un paziente. Il razionamento delle cure colpirà soprattutto i pazienti anziani, che sono spesso i più fragili dal punto di vista economico, e potenzialmente i più costosi. Così, i pazienti anziani che non dispongono di molti mezzi economici saranno “sacrificati”, mentre quelli benestanti potranno continuare a scegliere i medici e gli istituti migliori.
 
Vorrei ora accennare ai premi pagati in eccesso, un tema che in Ticino è particolarmente sentito. Io dico che alcuni dirigenti di casse malati hanno commesso degli sbagli, chiedendo agli assicurati premi maggiori rispetto a quanto avrebbero dovuto pagare.
Ma non è colpa del sistema in sé, che funziona, anche se, come tutti i sistemi complessi, ha bisogno di essere costantemente migliorato e corretto. Autorità federali e cantonali dovranno vegliare, per esempio, affinché vengano applicate le nuove regole varate in questi mesi, in modo che nessuna compagnia possa accaparrarsi i cosiddetti “buoni rischi”, vale a dire gli assicurati più giovani e sani.
 
È chiaro, e sono il primo a dirlo, che occorre aumentare il controllo politico e migliorare la trasparenza sulla contabilità delle casse. Quindi, il 28 settembre voterò NO alla cassa unica, ma continuerò a sostenere che gli assicuratori malattia devono fare serie riflessioni e un profondo esame di coscienza. In particolare dovrebbero imparare ad atteggiarsi un po’ più umilmente soprattutto nei confronti di cantoni periferici come il Ticino, che a mio avviso sono stati un po’ maltrattati.
 
Però, in tutti questi anni, non ho mai visto un monopolio pubblico che costi meno rispetto a un sistema basato sulla concorrenza. Al di là delle esperienze negative che ogni assicurato o medico può avere avuto con questa o quella cassa malati, questa votazione non deve trasformarsi in una sorta di “voto contro”. Qui stiamo decidendo se cambiare o mantenere un sistema sanitario che ha dimostrato di funzionare, e che molte nazioni ci invidiano, non su questioni legate a singoli episodi o a singole casse malati.
 
E i costi dove li mettiamo? Guardiamo il sistema francese, basato su una cassa malati pubblica, che è super indebitato. Chi pensate che li paghi quei debiti miliardari? I contribuenti pagano gli interessi con le loro imposte, e le future generazioni dovranno ripianare i deficit. Un altro motivo per dire NO a un sistema sanitario statale.
Concludo con una riflessione politica: sono democratico e di larghe vedute, ma che in 12 anni si debba andare a votare tre volte, di fatto, sullo stesso tema, mi pare un pochino esagerato.”

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