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L'OSPITEIniziativa antiburqa: votazione popolare il 22 settembre?

25.03.13 - 10:32
Giorgio Ghiringhelli
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Iniziativa antiburqa: votazione popolare il 22 settembre?
Giorgio Ghiringhelli

Nella seduta odierna la Commissione delle petizioni del Gran Consiglio dovrebbe prendere definitivamente posizione sull’iniziativa “antiburqa”. Sono attesi due rapporti: uno di maggioranza a favore del controprogetto proposto dal Consiglio di Stato e uno di minoranza a favore dell’iniziativa popolare.

 

In sostanza sia l’iniziativa e sia il controprogetto propongono di introdurre il divieto di dissimulare il volto in pubblico. E allora dov’è la differenza ? L’iniziativa propone di iscrivere il principio di tale divieto nella Costituzione cantonale per poi stabilire le eccezioni e le sanzioni in una legge di applicazione. Il controprogetto invece propone di inserire il divieto direttamente in una legge senza però ancorare il principio nella Costituzione.

 

Se non vi saranno intoppi il Gran Consiglio dovrebbe essere chiamato a decidere nella sessione del 15 aprile. Ribadisco che, qualora la scelta del Parlamento cadesse sul controprogetto, l’iniziativa non verrà ritirata. E dunque sarà il popolo a decidere. Però la votazione popolare non si terrà in occasione della votazione federale del 9 giugno in quanto mancherebbero i tempi tecnici per la sua organizzazione, ma slitterà alla prossima votazione federale che dovrebbe svolgersi il 22 settembre.

 

Perché secondo noi l’iniziativa è da preferirsi al controprogetto ? Innanzi tutto perché in ballo non vi sono solo motivi di sicurezza che di per sé potrebbero figurare in una semplice legge , ma anche la difesa di principi e di valori meritevoli di essere inseriti nella Costituzione. Inoltre perché se il principio del divieto verrà iscritto nella Costituzione, esso non potrà più essere tolto o allentato senza una nuova votazione popolare. Se invece verrà inserito solo in una semplice legge, esso potrebbe essere modificato in futuro dal Gran Consiglio senza risottoporre in modo automatico tale decisione al Popolo. Infine l’iniziativa chiede che nessuno possa obbligare una persona a dissimulare il viso in ragione del suo sesso, mentre il controprogetto proposto dal CdS ( a meno di modifiche intervenute nel frattempo) non contempla questa importante richiesta che – per motivi chiari a tutti - mira a difendere in particolare le donne .

 

La messa in votazione in contrapposizione fra di loro di due proposte che differiscono nella forma (una di rango costituzionale e l’altra di rango legislativo) ma che nella sostanza mirano entrambe all’introduzione del divieto di nascondere il viso in pubblico, arrischia di creare confusione fra i cittadini e soprattutto di spaccare in due il fronte dei favorevoli al divieto. Per via del gioco del SI e dei NO incrociati, ciò potrebbe paradossalmente provocare la bocciatura di entrambe le proposte anche se la maggioranza dei votanti fosse favorevole al divieto. Per questo motivo, qualora il Parlamento approvasse il controprogetto, valuteremo la possibilità e l’opportunità di presentare un ricorso al Tribunale federale per chiarire se l’inosservanza dell’unità di rango sia o meno rispettosa del principio costituzionale che garantisce la libera formazione della volontà e l’espressione fedele del voto.

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