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L'OSPITEFannulloni!

29.10.12 - 08:45
Daniele Dell'Agnola, scrittore, Docente SUPSI e SME
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Fannulloni!
Daniele Dell'Agnola, scrittore, Docente SUPSI e SME

UNO - PREMESSE

"Tra i dieci e i vent'anni possono succedere per la prima volta molte cose, alcune positive, altre no e altre ancora una via di mezzo: l'acne, i rapporti con gli adulti, l'alcol, l'autocontrollo, crescere, la depressione, le droghe, l'empatia, i grandi esami, il fumo, imparare a guidare, l'indipendenza dai genitori, il lavoro, la masturbazione, gli odori corporei, l'orgasmo, l'allarmante comparsa di nuovi peli, la pornografia, la pubertà, le responsabilità, il sesso, le tette. Questo elenco in ordine alfabetico è sicuramente incompleto, ma offre un assaggio di quante cose si debbano concentrare in un decennio. (...) Da adolescenti ben presto nella mente sorge il sospetto che gli adulti non ricordino gli anni della loro adolescenza abbastanza bene da essere in grado di dare buoni consigli"

 

Così inizia il libro "Adolescenti: una storia naturale" di David Bainbridge (Einaudi, Stile libero, Torino 2011) docente di anatomia clinica veterinaria all'università di Cambridge, zoologo e autore di libri di grande successo.

 

Secondo lui l'adolescenza è il periodo più delicato della vita, ma è anche un momento grazie al quale la specie umana ha potuto sviluppare un cervello che ha portato l'Uomo dov'è, a livello evolutivo. Autostima, autonomia, ricerca di consenso sociale, competizione, amore, sesso e tanto altro, convergono in un momento di vulnerabilità.

 

Penso a quante ore settimanali trascorrono a scuola gli adolescenti e mi rendo conto che, oltre agli amici e ai genitori, in questo tempo di crescita, incertezza, desiderio di abbattere l'autorità, i docenti si ricavano giorno per giorno un sentiero per farsi ascoltare, senza rimanere una semplice ombra che è passata da lì, dall'aula.

 

Il compito principale dei docenti? Insegnare una disciplina, anche se spesso bisogna intervenire, inventandosi nuove strategie per gestire questo o quel gruppo classe ormonalmente esplosivo. I prof. sono pagati per insegnare una materia e per fare i conti con i giovani "con i quali devono costruire un sapere" (o "ai quali devono trasmettere un sapere") facendo in modo che qualcosa rimanga, in quelle teste.

 

DUE - QUESTIONI APERTE

 

A questo punto mi chiedo se la scuola sia un'azienda, oppure un mondo del tutto particolare, diverso per la portata umana dei compiti che all'interno di essa di svolgono. Un insegnante si deve sentire privilegiato perché da fine giugno a metà agosto può starsene a casa per studiare in chiave didattica Ovidio, il Piccolo Principe o Pinocchio?

 

Altra questione: il docente ha studiato per un certo numero di anni all'università: deve comunque preparare le lezioni? Ma... se le cose le ha studiate, perché deve ancora prepararle? E dopo un po' di anni che insegna, "è poi sempre la solita solfa"? Le lezioni si ripetono, come in una fabbrica di giocattoli cinesi?

 

Immagino allora il docente che preme il tasto della fotocopiatrice e Lei, splendida dea, vomita le lezioni, perfette e pulite.

 

TRE - UNA DOMENICA LUNATICA

 

Domenica pomeriggio. Castagne, formaggio e vino rosso. Una signora sgranocchia una castagna abbrustolita. Dei giovani urlano parolacce e partono con il motorino che sembra un missile.

 

"I giovani non sono più quelli di una volta" mi dice la signora sui sessanta. "Certo", le rispondo "una volta avevano le biciclette."

 

"Eh già." E sorride un po'.

 

"Pensi che il nostro Governo è intenzionato a investire di meno nella scuola e nella formazione dei giovani."

 

"I maestri stanno bene, anzi, sono fannulloni con troppe vacanze" afferma con una certa rabbia.

 

Pausa.

 

"E mia figlia paga troppe imposte. Sono degli strozzini. Questo è un problema!" E conclude con gli occhi arrossati: "C'è la crisi!"

 

Me ne vado da lì, perché ho capito che non è possibile dibattere. La domenica finisce senza luna e senza sogni.

 

QUATTRO - UN LUNEDÌ NUOVO

 

Il lunedì mattina, a scuola, conosco una giovane laureata, entusiasta all'idea di diventare, un giorno, docente. Dopo 5 anni di università, ottenuto il master, deve frequentare altri due anni a dir poco impegnativi alla Supsi, prima di poter partecipare ad un concorso per l'assunzione in qualità di insegnante nella scuola media, dove, se ce la farà, incontrerà 24 allievi moltiplicati per 3, 4, 5 classi: casi sociali, qualche talento, e molti cervelli che stanno raggiungendo la massima estensione, con bordate ormonali. C'è una materia da insegnare e ci sono i genitori, il preside, l'esperto di materia, la dislessia, la discalculia, la grammatica, i colleghi, ci sono le correzioni e un sacco di lezioni che ci si affanna a preparare fino a mezzanotte.

 

"Sai che dopo avrai uno stipendio da privilegiata?"

 

"Ah sì?" Si accorge che sono ironico.

 

"Attenzione, però", le preciso "con un incarico annuale e un contratto a tempo indeterminato tutto da conquistare a suon di visite da parte degli esperti. Non si scherza. Tra l'altro nelle scuole comunali, se sei valutato con discreto, si apre il concorso e perdi facilmente il posto. Lo sapevi?"

 

"Ma dai?"

 

CINQUE - CONCLUSIONI TRA BELLEZZA E BRUTTURE

 

Come docente formatore di docenti, vedo bene quante ore si dedicano, nei primi 5 anni, nella preparazione delle lezioni. E dopo? Solita solfa? Non è proprio così. Non nella scuola di oggi. Chi si spegne e non accetta la voglia di scoprire, leggere, inventare, nella scuola di oggi è sopraffatto dal suo stesso mestiere. Affoga. Più che di sacrifici in nome della crisi, i docenti hanno bisogno di lavorare con responsabilità, aprendo cervello e passione, traducendo in visibilità, leggerezza, molteplicità, rapidità, i contenuti, entrando in relazione con le classi e i giovani.

 

Il "sacrificio necessario" è perdita, assenza alla quale ci si rassegna! E non c'è alcun Dio al quale sacrificarsi. Le tragedie della nostra società sono spesso invisibili e silenziose: il baccano politico superficiale non le nota.

 

I docenti hanno un privilegio: nonostante tutto svolgono un bellissimo mestiere e l'invidia per il bello è umana.

 

Ma la bellezza ha un costo.

 

Le brutture sono invece gratuite anche la domenica, giorno del Signore

 

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