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L'OSPITEVia dal nucleare con una nuova politica energetica!

27.05.11 - 08:43
Raoul Ghisletta, consigliere comunale PS Lugano
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Via dal nucleare con una nuova politica energetica!
Raoul Ghisletta, consigliere comunale PS Lugano

La Svizzera abbandonerà il nucleare a tappe, in 23 anni, Parlamento federale permettendo. È una decisione da salutare positivamente e con essa è da salutare la nuova politica energetica annunciata dalla presidente della Confederazione. La decisione del Consiglio federale di mercoledì 24 maggio di mettere fuori uso l’ultima delle centrali atomiche nel 2034 e di avviare una politica di riconversione e di risparmio energetici coincide con il periodo di transizione energetica indicato dal Governo e dal Parlamento ticinesi nel controprogetto all’iniziativa “AET senza carbone”. Ci vorrà una ventina d’anni per effettuare questa transizione epocale: oggi il nucleare in Svizzera rappresenta il 39% dell’energia prodotta. In questa fase di transizione anche le importazioni d’energia e la produzione di energie fossili in Svizzera avranno il loro ruolo da giocare. È pertanto giusto ottimizzare l’utilizzo del carbone come prevede la centrale tedesca di Lünen, che porta l’efficienza energetica dal 35% al 50% (una politica decisa non a caso da un governo rossoverde). Come ha indicato il prof. Massimo Filippini un ruolo importante lo avranno anche le aziende di distribuzione, che saranno chiamate a incentivare il risparmio energetico individuale; accanto a ciò saranno importanti le prescrizioni federali e la ricerca per ridurre il consumo degli apparecchi elettrici commercializzati. Il nostro Governo cantonale dovrà varare regole ed incentivi per favorire localmente questa nuova politica energetica, come chiede il controprogetto all’iniziativa “AET senza carbone” con il suo fondo da 100-160 milioni di franchi. Infine anche i Comuni, da cui dipendono gran parte delle aziende di distribuzione elettrica, saranno chiamati a fare la loro parte secondo il Consiglio federale.

L’iniziativa “AET senza carbone” di Savoia ha sbagliato completamente i tempi, chiedendo al Ticino di fare in 3 anni quello che va realizzato in 20 anni. L’attualità politica ha reso ben chiaro a tutti che la politica energetica di un Cantone non si può fare senza dati seri, senza valutazioni serie, senza conoscere il contesto nazionale e internazionale. Non si può obbligare AET a svendere con perdite milionarie una partecipazione ad una centrale d’avanguardia, che fornisce un terzo della produzione energetica necessaria al Ticino per la durata di 20 anni, adducendo motivi ideologici e falsi argomenti moralistici. Non si può minare un terzo dell’approvvigionamento autonomo di un Cantone, causando danni enormi all’economia e ai consumatori nei prossimi 20 anni. Non si può obbligare il Ticino ad acquistare sul mercato un terzo della sua energia da centrali, che producono elettricità in condizioni non certificate sul piano ambientale e sociale, e questo per la durata di ca. 20 anni! Gli iniziativisti non hanno capito che dovevano negoziare un controprogetto con la commissione energia in Parlamento, per ottenere il massimo di fondi per gli incentivi destinati alla riconversione energetica. Il comitato promotore dell’iniziativa ha voluto stravincere invece di far vincere tutti con una soluzione win win: avrebbero vinto loro stessi e il Paese.

Oggi più che mai sosteniamo il controprogetto all’iniziativa “AET senza carbone “con un massiccio SI. Il SI al controprogetto serve a mantenere l’approvvigionamento energetico sicuro per i prossimi 20 anni grazie alla centrale di Lünen, che in parte sostituisce nei prossimi anni altri contratti di AET con terzi, che vengono a cadere (contratti comprendenti energia nucleare). Oggi più che mai occorre votare SI al controprogetto per dare il via al fondo per la riconversione e il risparmio energetico da 100-160 milioni di franchi. Si tratta di un passo fondamentale, che si affianca all’esistente fondo cantonale per il risparmio energetico negli alloggi di 65 milioni di franchi (fondo che copre il periodo sino al 2020 ed è stato aumentato di 35 milioni grazie ad una recente iniziativa popolare del PS). In Ticino il prossimo 5 giugno può cominciare concretamente una nuova politica energetica, alla quale tutte le forze politiche ed economiche potranno dare un contributo.

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