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L'OSPITELa civica per formare sovrani e non sudditi

07.09.17 - 13:37
Giorgio Ghiringhelli, membro del comitato dell’iniziativa
TiPress
La civica per formare sovrani e non sudditi
Giorgio Ghiringhelli, membro del comitato dell’iniziativa

Il prossimo 24 settembre i ticinesi saranno chiamati a votare una modifica della “legge della scuola” tendente a potenziare l’insegnamento della civica nelle scuole medie e medie superiori.

A spingere il Gran consiglio ad approfondire la questione era stata un’iniziativa popolare lanciata quattro anni fa e firmata da ben 10’462 cittadini. Grazie al gran lavoro svolto dal relatore della Commissione scolastica, Michele Guerra (Lega dei ticinesi), i deputati hanno trovato un compromesso che ha accolto in buona parte le richieste degli iniziativisti. Questo compromesso era stato approvato alcuni mesi fa a larga maggioranza dal Gran Consiglio, con 69 voti favorevoli, 4 astenuti e solo 9 contrari. Ed è per l’appunto su questa modifica della legge approvata dal Gran Consiglio, e non sull’iniziativa popolare, che il popolo sarà chiamato ad esprimersi.

Come lo stesso Michele Guerra aveva scritto in un suo commento dopo l’approvazione da parte del Parlamento, la soluzione che verrà messa in votazione «mette al centro la tutela degli interessi degli allievi: evitando un aumento di carico e ore settimanali, ma garantendo un vero e forte potenziamento della civica, che avrà finalmente una collocazione precisa, una dotazione oraria minima di almeno due ore al mese e soprattutto una nota a sé stante che le dia peso, consistenza e dignità». Tenete ben presente queste parole, specialmente voi genitori, quando riempirete la scheda!

Purtroppo contro questo auspicabile potenziamento della civica, che già nel 2000 era stato chiesto a viva voce dai giovani liberali radicali con un’iniziativa popolare che però era stata “tradita” da chi avrebbe dovuto metterla in atto, si stanno coalizzando le potenti lobbies dei docenti spalleggiate da ambienti appartenenti in prevalenza all’area della sinistra. Tutti uniti nell’intento di mandare all’aria un bel progetto con motivazioni in parte fasulle, come ad esempio quella secondo cui i sostenitori della modifica vorrebbero un insegnamento della civica di tipo nozionistico. Ciò non è vero! Il comitato che aveva lanciato l’iniziativa, ma anche il Gran Consiglio che ne ha sposato i principi, non ha mai messo becco su come questa materia dovrebbe essere insegnata. Semmai l’intenzione del comitato era quella di fare in modo che la civica, al contrario di quanto avveniva finora, venisse veramente insegnata e che i futuri cittadini venissero formati sui loro diritti e i loro doveri, e venissero istruiti sul funzionamento delle nostre istituzioni e della democrazia (semi-) diretta.

Dato che il fronte dei contrari, nell’intento di personificare con “l’imprenditore di destra” Alberto Siccardi la soluzione che è stata votata non da Siccardi ma dal Gran Consiglio, parla impropriamente della nuova legge come di “legge Siccardi”, allora è forse utile ricordare che l’iniziativa era stata lanciata da un comitato di cui, oltre a Siccardi, facevano parte anche Livio Barzasi, Iris Canonica, Francesco De Maria (ex docente), Eros Mellini, Edo Pellegrini (ex-docente), Roberto Pellegrini (docente), Lorenzo Quadri, Riccardo Valsangiacomo e il sottoscritto.

Personalmente avevo aderito a questo comitato perché avendo passato negli ultimi 20 anni centinaia di ore a contatto con i cittadini - quando alle mie bancarelle raccoglievo firme per varie iniziative popolari - avevo avuto modo di constatare di persona una diffusa e preoccupante ignoranza (specie fra i giovani) sul funzionamento della democrazia diretta, e anche un certo disamore e disinteresse verso i diritti popolari. A volte mi ero chiesto se vi era qualcuno che avesse interesse , per motivi politici, a coltivare questa ignoranza e questo disamore per trasformare il Popolo Sovrano in un gregge di pecoroni…

Invito dunque tutti a votare un convinto SI: non per fare un favore agli iniziativisti che hanno osato disturbare il quieto vivere di alcuni docenti probabilmente poco interessati a insegnare la civica, e neppure per dare acriticamente fiducia al Gran Consiglio che ha elaborato la proposta in votazione, ma per favorire la formazione dei futuri cittadini in modo che siano in grado di capire il linguaggio della politica nonché conoscere e apprezzare quelle regole che hanno fatto grande la Svizzera e che consentano loro di fare la differenza fra l’essere sudditi (come i cittadini degli altri Stati europei sono abituati a essere da secoli) e l’essere sovrani.

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