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L'OSPITE«Salari svizzeri anche in Ticino!»

10.08.17 - 12:00
Carmelo Díaz del Moral, Segretario Politico PS
«Salari svizzeri anche in Ticino!»
Carmelo Díaz del Moral, Segretario Politico PS

Appena pubblicata la sentenza emanata dal Tribunale federale sul salario minimo nel Cantone Neuchâtel, applicabile anche all’iniziativa Salviamo il lavoro in Ticino, il Presidente e il Direttore dell’Associazione Industrie Ticinesi (AITI) sono prontamente passati all’attacco. È paradossale la mancanza di volontà di entrambi ad impegnarsi per fissare un salario minimo veramente dignitoso in Ticino. E per dignitoso si intende quel salario che permette ai cittadini di vivere senza l’aiuto dello Stato, come hanno stabilito i giudici federali. Le scuse e le falsità sono variegate, tutte già utilizzate in passato: i frontalieri tornano ad essere utili per fare campagna, come due anni fa in occasione del voto; e chi si batte per l’introduzione di un salario minimo dignitoso viene denigrato e usato per dipingere tutti gli imprenditori ticinesi come approfittatori e criminali.

La realtà è che in Ticino ci sono tantissimi imprenditori onesti che lottano tutti i giorni per mantenere le dignitose condizioni salariali dei loro impiegati e che si devono confrontare con la concorrenza sleale di aziende dello stesso ramo che sottopagano i lavoratori e sostituiscono la manodopera residente con frontalieri pagati meno.

La realtà è che offerte di lavoro a 2’500 – 3'000 fr. lordi e anche meno le vediamo fin troppo spesso in Ticino. Chi riuscirebbe a vivere autonomamente con un salario simile in Ticino? La risposta ai lettori.

La sentenza del Tribunale federale è valida per tutto il territorio nazionale, Ticino compreso, ed è molto chiara: il salario minimo calcolato sulle complementari AVS/AI non lede la libertà economica, serve anche per combattere, in modo generale, contro la povertà e contro il fenomeno del “working poor” e a migliorare le condizioni di vita delle persone che lavorano.

A questo serve anche un salario minimo: serve ad avere una società più sana, dove i lavoratori non debbano fare capo allo Stato per arrivare a fine mese, serve a proteggerli dal dumping e dallo sfruttamento da parte degli imprenditori disonesti. Evidentemente non è la soluzione a tutti i problemi ma sarà un enorme passo in avanti fissare un salario minimo almeno equivalente alle prestazioni sociali di base.

Mi auguro che la parte sana dell’economia, insieme alla politica e i partner sociali, inizino a disegnare per il Ticino un futuro economico e sociale per tutti, senza privilegi per i pochi che se ne approfittano.

È ora che anche in Ticino si introducano salari svizzeri e che si inizi a tener conto anche della gente che vive in questo Cantone, non solo del profitto economico di pochi.

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