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L'OSPITERiduzione dei canoni idrici: da ritornare al mittente

23.06.17 - 14:06
Nicola Giudicetti, sindaco di Lostallo
Riduzione dei canoni idrici: da ritornare al mittente
Nicola Giudicetti, sindaco di Lostallo

Nel nostro paese vi sono due categorie di consumatori di elettricità: i consumatori vincolati, cioè che devono utilizzare l’energia proposta dal loro distributore (tutti noi quali privati cittadini e le piccole imprese) ed i clienti sul libero mercato (grandi consumatori) che possono acquistare l’energia la dove costa meno. I secondi, acquistando energia sul libero mercato, proveniente quasi sempre da fonti non rinnovabili, beneficiano di prezzi che oggi sono la metà di quanto pagato dai consumatori vincolati.

La riduzione dei canoni idrici (ciò il prezzo pagato dalle centrali idroelettriche per usare l’acqua come fonte energetica) come proposto l’altro giorno da Doris Leuthard, ha per conseguenza una minima riduzione dei costi di produzione dell’idroelettrico (di 0.25 cts al kWh di fronte a costi di produzione di 6-7 cts al kWh) che in teoria andrebbe a favore dei consumatori vincolati; in teoria, ma non in pratica; le grandi aziende elettriche svizzere (AXPO, ALPIQ, BKW…) utilizzeranno questi 150 milioni per sanare i loro bilanci o per abbassare ulteriormente i prezzi di chi è sul libero mercato e beneficia già di prezzi bassi.

Bisogna anche sapere che fra i costi di produzione delle centrali idroelettriche, oltre che interessi passivi, ammortamenti e costi del personale difficilmente riducibili, vi sono i dividendi garantiti a priori agli azionisti; ora, in un mondo normale, quando un’azienda va male, sono proprio i dividendi che vanno tagliati per primi! Ma qui non si vogliono toccare gli interessi degli azionisti, cioè le grandi aziende idroelettriche di proprietà dei cantoni dell’altopiano e i dividendi manco verranno toccati.

Il tutto ricade quindi sulle spalle dei cantoni alpini sede delle centrali idroelettriche e senza nessun vantaggio ne per i consumatori vincolati ne per l’ambiente.

Alla luce delle differenze fra il prezzo pagato dai consumatori vincolati e quelli sul libero mercato vi è da chiedersi come mai non si sia optato per chiamare alla cassa anche chi oggi acquista sul libero mercato ed usa elettricità prodotta da fonti non rinnovabili; le ingiustificate differenze di prezzo fra le due categorie di consumatori potevano essere ridotte. Un primo segnale concreto nella direzione della strategia energetica appena votata.
La riduzione dei canoni d’acqua impoverisce quindi solo i cantoni alpini produttori di energia pulita e regolabile, per favorire una categoria di consumatori oggi già privilegiata e gli azionisti, cioè le grandi aziende elettriche svizzere di proprietà dei cantoni dell’altopiano! Non mi risulta che questo fosse il senso della votazione del 20 maggio.

Si poteva far meglio tagliando dividendi e chiamando alla cassa anche chi oggi beneficia dei prezzi vantaggiosi del libero mercato. Nel paese dei compromessi, la proposta va ritornata al mittente senza ulteriori commenti.

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