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OSPITEStrategia energetica 2050: non giochiamo con il fuoco!

11.05.17 - 18:56
Andrea Ghisletta, consigliere comunale Insieme a Sinistra Mendrisio
Strategia energetica 2050: non giochiamo con il fuoco!
Andrea Ghisletta, consigliere comunale Insieme a Sinistra Mendrisio

Il 21 maggio si voterà in Svizzera sulla Legge federale sull’energia, facente parte della strategia energetica 2050. Si tratta di un primo pacchetto per contribuire al rallentamento del cambiamento climatico, che si compone di tre soluzioni: miglioramento dell’efficienza energetica, sviluppo delle energie rinnovabili e uscita dal nucleare. Essa è sostenuta da tutti i principali partiti nazionali, tranne l’estrema destra, Lega e UDC, che in una spinta “trumpiana” di fatti alternativi e di negazionismo climatico ha lanciato il referendum.

Emblema della campagna referendaria è il giornale “informativo” spedito a tutti i fuochi. Un pezzo di comunicazione scorretta, con esagerazioni sui costi, sul consumo di energia e di acqua calda, sul depurtamento del paesaggio e addirittura sulla moria di volatili falciati dalle pale eoliche. Si potrebbe quasi pensare che si tratti di un pezzo satirico. Ma aldilà dei fatti alternativi, una cosa è interessante. Si dice – esagerando – quanto possa fare male applicare la strategia energetica 2050, ma in nessun punto si parla di cambiamento climatico, degli immensi costi che invece causerebbe l’immobilità politica in un ambito economico dove esternalità negative e inefficienza intertemporale causano un chiaro fallimento di mercato.

La Svizzera è uno dei paesi più colpiti dal surriscaldamento climatico. Dal 1850 la temperatura è salita di 0.85 gradi nel mondo e di 1.8 gradi in Svizzera. Le conseguenze sono molteplici. Tra le principali ci sono lo scioglimento dei ghiacciai (elemento culturale, ma anche fonte di acqua dolce), inverni più piovosi con aumentati rischi di inondazioni, estati nettamente più calde con grandi rischi per la salute, diminuzione del permafrost (che previene le frane) e conseguenze nefaste per il turismo invernale. Senza considerare che il surriscaldamento climatico potrebbe suscitare grandi migrazioni dalle coste al centro e dalle zone equatoriali verso i poli. D’altro canto l’uscita dall’energia nucleare si è rivelata insicura, oltre che finanziariamente insostenibile, con i costi di costruzione, di spegnimento e di stoccaggio nettamente superiori ai ricavi.

Il consigliere nazionale e ricercatore all’ETH Bastien Girod ha paragonato il comportamento dei referendisti a quello di un rospo. Se voi buttate un rospo nell'acqua calda, il rospo salterà subito fuori. Se invece voi mettete un rospo nell'acqua fredda e la scaldate lentamente, il rospo non si accorgerà che l'acqua diventa più calda e rimarrà dentro. Anche se potrebbe saltare fuori. Rimane nell'acqua e alla fine sarà bello che cotto. Questo referendum è ignorare il problema e ritardarne le soluzioni. Significa non accorgersi che la terra sta iniziando a bollire, che la Svizzera sta in mezzo alla pentola, e che più tempo attendiamo per agire, più sarà difficile saltare fuori dalla pentola. Votare sì, significa chiedere alla Svizzera di continuare a fare la propria parte nell’importante lotta al cambiamento climatico: SÌ!

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