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OSPITELo scontro per lo scontro non serve

03.05.17 - 13:00
Alberto Siccardi
TiPress
Lo scontro per lo scontro non serve
Alberto Siccardi

Rileggendo bene l’attacco di Marco Chiesa mi sono detto che sembriamo due avversari sconosciuti che si battono per grandi questioni e non due militanti per la Destra in Ticino. E mi sono detto che ci conosciamo da anni, Marco frequentava le scuole con mia figlia a Villa Luganese fin dagli anni ottanta e l’UDC è stato sempre il mio partito di riferimento. E che se lo ho formalmente abbandonato era perché non mi andava una certa confusione con la Lega dei Ticinesi, comprensibile ma lontana dal mio carattere.

In effetti sono anni che si discutono con Chiesa certi problemi cantonali e mi spiace che oggi, dopo il grande errore dei rinnovi dei permessi, egli, per difendere una posizione indifendibile, polemizzi con me distorcendo le mie parole. Il riorientare la formazione in Ticino verso i reali bisogni del mercato del lavoro doveva essere parte del programma di Prima i Nostri, eravamo d’accordo, e se non lo fanno sarà inutile cercare in Ticino candidati per coprire i posti di lavoro qualificati fra qualche anno. Altro argomento vecchio come il cucco. In disoccupazione ci sono alcuni, per fortuna non molti, che non accettano il lavoro o danno le dimissioni avendolo, il che rende rischioso assumere dalla disoccupazione se non si hanno delle certezze di serietà. Ho una decina di casi in azienda. E Marco Chiesa lo sa. Solo che in questo momento preferisce farmi dire cose che non ho mai detto e sostenere che il sistema di formazione in Ticino è perfetto. E così fa male al Ticino.

La discussione politica deve costruire, migliorare le condizioni di vita e di lavoro della gente, non deve servire a arraffare voti di pancia. Ma specie quando davanti alla verità si perdono le staffe, come ha fatto Chiesa con me, sarebbe meglio evitare di dire delle cose senza senso, come quella del “chi se ne frega se le aziende se ne vanno, tanto non votano UDC” e anche quella che io dovrei ”smettere di sputare nel piatto dove mangio”. Questa l’ha addirittura scritta.. Ho chiesto aiuto ad amici per capirla, ma questa ultima battuta è ermetica, difficile da decifrare.

Quale piatto? Il 90 pct del fatturato che facciamo viene dalla esportazione, fuori dalla Svizzera, la azienda è stata fondata e cresciuta da zero a 300 milioni in 15 anni dal sottoscritto, ho apparecchiato nella mia lunga vita di lavoro circa 5000 “piatti” coi miei collaboratori.Ci sono oltre 80 svizzeri che lavorano da noi.

Da anni mi batto per aiutare con la Democrazia Diretta sia il cantone che la Svizzera Federale, collaborando con la Lega e con UDC cantonale e federale. Cosa posso fare di più? Certo, devo oppormi, lealmente e senza offendere nessuno, a che si facciano leggi che, a mio modesto parere, sono delle boiate mastodontiche, ma non posso accettare che politici di primo pelo starnazzino e insultino per avere ragione con argomenti senza né capo né coda.

Brutti tempi.

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