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L'OSPITEL’operatore sociale di prossimità ...7 anni dopo!

30.03.17 - 10:19
Massimiliano Ay, candidato Nr. 1 al Consiglio Comunale di Bellinzona per la lista Nr. 7 “Unità di Sinistra”
L’operatore sociale di prossimità ...7 anni dopo!
Massimiliano Ay, candidato Nr. 1 al Consiglio Comunale di Bellinzona per la lista Nr. 7 “Unità di Sinistra”

Nella mia prima legislatura in consiglio comunale a Bellinzona ero stato autore di un rapporto commissionale (purtroppo di minoranza) a favore di una mozione di Francesco Lombardo per istituire la figura dell’operatore sociale di prossimità nell’amministrazione cittadina. 

Sono passati sette anni, il processo aggregativo è avvenuto (e quindi non ci sono più scuse!)... ed è necessariamente tempo, ora, per la Nuova Bellinzona, di tornare a chinarsi sull’argomento, poiché le motivazioni di allora restano di assoluta attualità.

Il disagio giovanile (in primis, ma non solo) va anzitutto riconosciuto essere presente anche nel nostro tessuto urbano. Occorredunque evitare che tale fenomeno venga descritto come un presunto “normale” fatto criminoso. Bisogna iniziare invece a leggerlo piuttosto come conseguenza di una situazione socio-economica nel quale l'adolescente o il post-adolescente si può purtroppo facilmente ritrovare, e ciò soprattutto al giorno d’oggi in una società individualista, frenetica e consumistica, in cui prevale la disgregazione dei rapporti umani e la precarietà sociale e professionale.

Di fronte a tali contesti fragili c’è chi è capace solo di ragionare in termini repressivi: in passato qualche “audace” era arrivato addirittura a proporre degli assurdi boot-camp di stampo para-militare, mentre altri più “moderati” hanno preferito cavalcare invece il tema del riformatorio. Poi non mancano le solite ricette (trite e ritrite), basate su una visione paternalista e di controllo sociale sui giovani, che rifiuta una vera responsabilizzazione degli stessi. Ipotesi, queste, una più sbagliata dell’altra poiché non agiscono sulle cause ma unicamente sugli effetti e per di più senza risolverli: un operatore sociale di prossimità – che non è un poliziotto! – appare invece utilissimo proprio nell’ambito della prevenzione e della ricostruzione di rapporti umani e di relazioni sociali. A confermarlo non sono tesi "buoniste", ma numerose ricerche scientifiche.

Accanto quindi alle strutture di prevenzione secondaria relativa alla diagnosi precoce e terziaria con interventi riabilitativi, l’operatore sociale di prossimità agirebbe come elemento di prevenzione primaria monitorando situazione che potrebbero degenerare, intervenendo prima che ciò accada, agendo in complemento ad altri servizi già previsti dall’ente pubblico.

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