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OSPITEAumento gli alti stipendi e taglio i viveri al popolo?

04.02.17 - 11:00
Roberto Martinotti, presidente VPOD Ticino
Aumento gli alti stipendi e taglio i viveri al popolo?
Roberto Martinotti, presidente VPOD Ticino

La maggioranza del Parlamento ticinese, trincerata nel suo castello dorato, ha deciso di tagliare sulle spese dei Servizi di assistenza e cura a domicilio, sui sussidi cassa malati e sulla giustizia. Non paga di tutto ciò ha deciso di chiedere al Governo di presentare altri 20 milioni di tagli entro pochi mesi.

Quindi, se il popolo il prossimo 12 febbraio voterà sì ai tagli cantonali, come chiede il triciclo politico dalle ruote sgonfiate, gli utenti dei servizi a domicilio (anziani, invalidi e famiglie) potranno essere chiamati alla cassa a partire dal 2019. Alla cassa passeranno subito le famiglie che ricevono aiuti per sbarcare il lunario e pagare gli esosi premi cassa malati. E a subire i danni dello smantellamento del sistema giudiziario saranno pure i cittadini liberi ed onesti: non dimentichiamo che il cittadino ha il diritto di avere dalla giustizia risposte di qualità in tempi rapidi per la difesa e la salvaguardia della libertà.

Il Sindacato VPOD Ticino è molto preoccupato per il continuo e costante peggioramento della qualità delle prestazioni dello Stato a seguito dei numerosi tagli avvenuti e per i tagli previsti anche per il futuro. E vi invita a fermare questa deriva.

Siamo pure molto preoccupati per l’esito nefasto che potrebbe avere l’accettazione della Riforma fiscale III delle imprese. Questa riforma fiscale migliora le prestazioni agli azionisti, ma fa perdere ben 2,7 miliardi di franchi annui agli enti pubblici. Anche in questo caso il disavanzo verrebbe pagato dai cittadini da un lato con il peggioramento dei servizi pubblici, della sanità, della scuola e della socialità, e dall’altro con l’aumento delle imposte e dei balzelli. Sicuramente anche i dipendenti sociosanitari e degli enti pubblici rischiano di venir chiamati alla cassa, a causa dell’elevata riduzione delle entrate fiscali annue.

Da ultimo rilevo che la coerenza non è proprio amica del nostro tempo e sicuramente non va d’accordo con la maggioranza dei parlamentari ticinesi. Se da un lato quest’ultima vota tagli ai servizi sociosanitari, ai servizi al cittadino, alla giustizia, dall’altro lato essa rifiuta il tetto massimo di 200'000 franchi annui per gli stipendi degli alti funzionari del Cantone. Cifra quella proposta (200'000.—annui), che sfido chiunque a non giudicarla equa e proporzionata alla funzione. Non voglio poi fare il paragone con lo stipendio che percepiscono molti padri di famiglia, i quali a stento riescono ad arrivare alla fine della terza settimana del mese. Signori miei, il divario nel reddito sta diventando sempre più grande e incolmabile. Per la coesione sociale e la decenza votiamo quindi NO ai tagli cantonali e alla riforma federale dell’imposizione delle imprese.

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