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OSPITERegali agli azionisti e ticinesi in assistenza

20.01.17 - 13:46
Unione sindacale svizzera - Ticino e Moesa (USS-Ti)
TiPress
Regali agli azionisti e ticinesi in assistenza
Unione sindacale svizzera - Ticino e Moesa (USS-Ti)

Nel 2008, in occasione del voto sulla seconda riforma fiscale delle imprese, il Consiglio federale sosteneva che le perdite per la Confederazione non avrebbero superato qualche decina di milioni. In realtà, la voragine creata nei conti pubblici si attesta a diversi miliardi. Il Tribunale federale, sollecitato da un ricorso, ha ammesso che “l’informazione data prima della votazione non ha permesso all’elettore di farsi un’opinione corretta”. Secondo i giudici federali, nonostante il grossolano errore e il risultato risicato, bisognava riconoscere la “buona fede” del Governo senza ripetere la votazione. Qualcuno commentò: “è stata ritrovata la vostra automobile rubata l’anno scorso, ma tutti si sono ormai abituati a vedere il ladro guidarla, dunque l’automobile non vi sarà restituita”. Per il solo 2011 è stato così permesso agli azionisti di incassare 25 miliardi senza pagare un solo franco di imposte. Il comune cittadino non dispone di questi privilegi fiscali.

La Riforma III ripresenta lo stesso scenario. Nessuno è in grado di fornire cifre precise sul costo delle ulteriori scappatoie fiscali create. Lo scorso mese di ottobre, presentando la Riforma, Ueli Maurer affermava che in caso di bocciatura scomparirebbero moltissimi posti di lavoro. In questi giorni, lo stesso Maurer insiste dichiarando che la Confederazione deve procedere a licenziamenti visto che mancano all’appello 50 milioni e minaccia altri tagli se la popolazione non dovesse votare come indica lui. Non dice però che questi milioni mancano perché sono stati regalati agli azionisti in passato e la sua Riforma ne regalerà altri ancora.

Il Governo ticinese ha annunciato di voler accompagnare la Riforma III con nuovi fondi, 20 milioni, per la politica sociale. Dopo che in questo ambito negli scorsi anni si sono tagliati 55 milioni, non è dato a sapere come verranno precisamente reperite queste risorse. Inoltre, le decisioni già prese in Ticino a proposito dei tagli che colpiscono le cure a domicilio, gli assegni familiari, i sussidi di cassa malati e pure la giustizia, non lasciano ben sperare nella reale volontà di migliorare la politica sociale. Da parte loro, Città e Comuni sono sempre più allarmati accorgendosi che alla fine dovranno aumentare il moltiplicatore per compensare le perdite. L’Associazione dei Comuni Ticinesi (ACT) valuta a 25 milioni di franchi le risorse che mancheranno. E sono proprio i Comuni che devono far fronte alle richieste di assistenza pubblica.

In un Cantone dove aumentano in maniera drammatica le persone che devono ricorrere all’assistenza si ripropone la ricetta dei regali fiscali a spese della popolazione. Senza che questa politica, portata avanti da sempre dagli ambienti neoliberisti, si concretizzi in reali benefici per tutti. Il solo Comune di Sant’Antonino, negli scorsi giorni, ha registrato il raddoppio dei casi di assistenza. Lo stesso Comune ha attirato a suon di sgravi fiscali le imprese dell’alta moda ma che praticano bassi salari. Escludendo così i residenti dalla possibilità di trovare un impiego con un salario decente.

Grazie ai referendum in votazione il 12 febbraio potremo fermare una politica che impoverisce i cittadini. Partecipiamo alla manifestazione di domani, sabato 21 gennaio, alle 11.00 in Piazza Governo a Bellinzona e votiamo 4 volte No.

No alla Riforma III e NO ai tagli nelle cure a domicilio, negli assegni familiari e nella giustizia.

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