Cerca e trova immobili

L'OSPITEFiero di essere Ticinese

23.11.16 - 10:00
Nicholas Marioli, Primo firmatario mozione “Dialetto: dalle parole ai fatti” e Consigliere Comunale di Lugano per la Lega dei Ticinesi
Fiero di essere Ticinese
Nicholas Marioli, Primo firmatario mozione “Dialetto: dalle parole ai fatti” e Consigliere Comunale di Lugano per la Lega dei Ticinesi

Nel mese di ottobre abbiamo inoltrato una mozione al Municipio di Lugano intitolata: “Dialetto: dalle parole ai fatti” con la quale il sottoscritto quale primo firmatario, e altri 6 colleghi cofirmatari, chiediamo l’introduzione di corsi facoltativi alle scuole elementari cittadine.

Su questa iniziative se ne sono sentite di tutti i colori, ordunque mi sembra doveroso chiarire quali sono le motivazione che ci hanno spinto a lanciare questa proposta.

La nostra preoccupazione principale è la crisi del dialetto ticinese e il suo proseguimento per il futuro, è ha tutti gli effetti un dato di fatto che in particolare tra le nuove generazione che è sempre meno parlato.

Non siamo gli unici a pensarlo, difatti diversi movimenti popolari stanno lottando affinché il dialetto venga rivalorizzato, pensiamo ad esempio la petizione per far rientrare nei palinsesti della RSI le commedie dialettali.

Inoltre vogliamo anche finalmente superare i luoghi comuni che tendono a ritenere il dialetto un'espressione di una volgarità popolare, pensiero totalmente deleterio che ha compromesso negli anni sessanta e settanta, credendo che non fosse un linguaggio “chic”, la mancata divulgazione di questa lingua.

Bisogna evitare un emarginazione e per fare questo è necessario instaurare dei buoni rapporti con tutte le componenti locali del nostro Cantone e della nostra Città: dall'ambiente bancario all'ambiente contadino, dai giovani ai “noss vècc”.

Molti politici si fanno spesso fautori delle difese delle culture e dello scambio culturale, spesso però il dialetto non viene considerato. Questa mozione vuol proprio dare una prima risposta in questo senso e lanciare il discorso sui banchi del parlamento cittadino.

In senso pratico noi vogliamo favorire principalmente la conversazione di dialetto, in modo tale che i giovani comincino perlomeno passivamente a comprenderlo, prendendo di riferimento il dialetto locale di quartiere. La grande Lugano è molto vasta e tutti ben sanno che il dialetto della Valcolla non è identico, ad esempio, a quello di Pazzallo. Questi ad ogni modo sono i classici “problemi grassi”, sollevati principalmente da coloro che vogliono affondare a priori la nostra proposta concreta.

I maligni potrebbe obbiettare un aumento dei costi della scuola. Questa iniziativa non vuole assolutamente gravare sui conti cittadini già in difficoltà. Come?

Semplice, offrendo corsi dopo scuola gestiti unicamente da volontari. Noi firmatari siamo a disposizione e credo che non siamo gli unici ad aver a cuore le nostre tradizioni. Invito coloro che ritengono che il dialetto non sia una lingua, di chiedere un parere agli Svizzero Tedeschi sul loro amato Schwiizerdütsch… la risposta di sicuro non sarà sulla vostra lunghezza d’onda. Tanto dovevo!

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE