Michele Foletti, Municipale di Lugano
La storia la scrive chi guarda al futuro, non chi fa battaglie di retrovia. Occorre essere obiettivi: per qualsiasi comune (o quasi) parole come libertà, autonomia comunale, progettualità sono oggi solo slogan privi di contenuto.
Come Municipale di Lugano - comune che dovrebbe essere in grado di esercitare la propria libertà, autonomia e progettualità - mi spiace leggere che gli argomenti di coloro che a Blenio investono energie per combattere il progetto del Parc Adula siano vanamente collegati a questi sacrosanti principi: non li abbiamo quasi più a Lugano, non credo che ne abbia di maggiori Blenio.
Non so quale sia oggi la libertà, l'autonomia e la progettualità di Blenio. Picchiare i pugni e dire "dobbiamo rimanere padroni in casa nostra" ha un senso se si ha una reale autonomia. Non ha senso se si continua ad andare a Bellinzona con il cappello in mano per avere aiuti e sussidi.
E lo dico senza nessun giudizio di valore.
La Città di Lugano aiuta da anni l'alta Val di Blenio, soprattutto Campo Blenio, con le sue infrastrutture sportive e turistiche. E lo fa perché ha la fortuna di poter offrire ai suoi ragazzini (allievi delle scuole) soggiorni in quei posti incantevoli grazie alla proprietà di Casa Greina.
La città ha investito parecchio e oggi, pur non avendo più l'autonomia finanziaria di un tempo, contribuisce ancora con aiuti annuali alla gestione dell'offerta turistica.
Ma se Blenio ha veramente libertà, autonomia e progettualità per proporre qualche cosa di valido in alternativa al Parc Adula, perché dobbiamo (vogliamo) continuare ad aiutare l'alta valle?
Perché nessuno è mai venuto a presentarci progetti alternativi.
"Padroni in casa nostra" senza progetti e con i soldi degli altri è una situazione un po' troppo facile, che non fa onore ai bleniesi e mortifica una popolazione tenace che ha dimostrato a cavallo dei secoli di essere capace di cavarsela in ogni situazione.
Il progetto del Parc Adula è oggi l'unico vero progetto per il futuro della Valle di Blenio; a meno di voler continuare a tirare avanti tirando giacchette in Gran Consiglio o altrove per coprire buchi e dilazionare debiti.
E mi fa ridere l'affermazione secondo la quale se dovesse esserci il parco, i bleniesi sarebbero messi sotto tutela: il parco sarà dei bleniesi e saranno loro a controllare il rispetto delle regole: basta che abbiano il coraggio e lo spirito di iniziativa per essere protagonisti.
Se i bleniesi vogliono essere artefici del proprio futuro si approprino in maniera attiva del progetto Parc Adula, altrimenti continuino ad andare a Bellinzona con il cappello in mano a chiedere aiuti; ma non è detto che le porte rimarranno aperte. Lo dico anche come gran consigliere che ha sempre aiutato le valli, ma che sa che le risorse sono sempre meno e che occorrerà fare delle scelte: aiutare chi ha provato a cogliere le occasioni, o aiutare chi ha passato la vita guardando nello specchietto retrovisore?
Come municipale di Lugano sostengo il Parc Adula, anche perché il Municipio ai tempi del Nano, di Giudici e Cansani (come direbbe via Monte Boglia, il municipio dei veri leghisti, non quelli di oggi, come me) era stato il primo sostenitore di questo progetto. E se ci credevano loro, chi non può crederci?
La città di Lugano guarda al futuro, il futuro di tutto il Cantone
Michele Foletti, Municipale di Lugano