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L'OSPITEStralcio delle zone di protezione del Pozzo Polenta: il silenzio del Consiglio Comunale

04.11.16 - 06:00
Unità Socialista e Morbio Verde di Morbio Inferiore
Ti-Press
Stralcio delle zone di protezione del Pozzo Polenta: il silenzio del Consiglio Comunale
Unità Socialista e Morbio Verde di Morbio Inferiore

MORBIO INFERIORE - Durante la sua ultima seduta del 24 ottobre 2016 il Consiglio comunale di Morbio Inferiore ha respinto la richiesta di discutere lo stralcio delle zone di protezione del Pozzo Polenta. Sembra che i sei settimi del Municipio e lo schieramento PPD/PLR/Lega in consiglio comunale non abbiano imparato dagli errori del passato e continuino a credere nella bontà di un piano regolatore ormai anacronistico che prevede di insediare nuovi stabili artigianali e commerciali sugli ultimi prati a sfalcio del comune, distruggendo così in modo definitivo l’ottima falda acquifera sottostante.

Dal 1972, anno di entrata in funzione del Pozzo Polenta, che si trova in mezzo a questi prati, il Comune di Morbio Inferiore ha progressivamente sacrificato le ampie zone verdi che circondavano il pozzo a un disordinato sviluppo economico, permettendo costruzioni di ogni genere e venendo meno al dovere di protezione della captazione. I conflitti fra ambiente e acqua da una parte, urbanizzazione dall’altra, si sono moltiplicati: uno fra i tanti vede coinvolta una stazione di benzina che da tempo non dovrebbe essere ammessa nelle vicinanze del pozzo (trovandosi in zona S3, anzi, secondo le nuove normative addirittura in zona S2), ritenuta responsabile di un inquinamento gravissimo. Vale la pena ricordare anche il permesso di costruzione accordato in tempi più recenti a nuovi insediamenti commerciali in zona di protezione (ad esempio Aldi), mentre il pozzo era ancora in funzione.

Sinistra e Verdi di Morbio Inferiore reputano inammissibile persistere su questa strada. Nel Mendrisiotto vi sono molti pozzi in condizioni difficili e non migliori del Pozzo Polenta. Tuttavia, i comuni proprietari hanno fatto il possibile per preservare la captazione, prevedendo un disinserimento provvisorio e mantenendo le zone di protezione a garanzia di futuri prelievi di acqua potabile. Sono dati che si deducono dal rapporto tecnico del Piano cantonale d'approvvigionamento idrico (PCAI) del Mendrisiotto.

All’esecutivo di Morbio Inferiore, invece, non interessa preservare per le future generazioni l’unica captazione di acqua potabile presente sul suo territorio: prima della tutela delle acque viene l’auspicata “boccata di ossigeno per le finanze comunali” tramite l’insediamento di nuove ditte sui prati dove ora si trova il pozzo. E poco importa se, in assenza di un’adeguata regolamentazione, si potranno aprire le porte al precariato, a nuova manodopera frontaliera sottopagata, a edifici costruiti e poi dismessi, a un aumento del traffico e dell’inquinamento. Un ripensamento del piano regolatore non è preso in considerazione: passivamente si è agito lasciando degradare il territorio e passivamente si continua, argomentando che gli errori del passato condizionano il presente.

Senza rammarico per una ricchezza naturale ed economica cancellata per sempre (ricordiamoci che l’acqua potabile sta diventando una risorsa sempre più preziosa e rara), la sindaca Claudia Canova (PPD), rispondendo a un’interpellanza di Mauro Marconi (US), ha annunciato che l’esecutivo ha già avviato di propria iniziativa la procedura di stralcio delle zone di protezione dal piano regolatore. Ciò che urta sinistra e verdi è che l’esecutivo non abbia ritenuto necessaria una preliminare approvazione del legislativo. Secondo il Municipio infatti, il Consiglio comunale si sarebbe già pronunciato in questo senso aderendo all’Acquedotto regionale del Mendrisiotto (ARM) e votando il Piano regolatore che indicava la transitorietà delle zone di protezione fino all’entrata in funzione dell’ARM.

Motivazioni che sinistra e verdi non mancheranno di approfondire, considerato che la messa in esercizio dell’ARM è ancora lontana nel tempo, e che il carattere transitorio delle zone di protezione concesso dal Cantone (zone che effettivamente non sono più a norma, poiché il Comune ha rinunciato per due volte, nel 1991 e nel 2005, alla loro revisione) non ha niente a che vedere con la decisione di stralcio dal Piano regolatore, che è di competenza comunale, e più precisamente dell’organo legislativo.

Dato che è il legislativo che adotta e modifica il piano regolatore, e di fronte a un atto che potrebbe sembrare una prevaricazione da parte del Municipio, ci si aspettava una reazione da parte dei consiglieri comunali riuniti lunedì 24 ottobre in seduta. Proprio per permettere una loro presa di posizione, Mauro Marconi ha quindi chiesto l’apertura della discussione. Orbene, il risultato della votazione è stato di 7 favorevoli (la totalità di sinistra e verdi) contro 18 contrari e 2 astenuti (il totale di PPD, PLR, Lega). Ciò significa che il Consiglio comunale ha delegato al Municipio di decidere su un aspetto della pianificazione importante per l’approvvigionamento idrico del comune, a discapito dei principi democratici che regolano la separazione dei compiti fra esecutivo e legislativo.

Questo fatto sorprende e amareggia. Sacrificare gli ultimi prati a sfalcio del comune non è ritenuto tema degno di discussione? Permettere la cementificazione dei terreni che proteggono la falda e impedire alle future generazioni di riutilizzare il pozzo non suscita alcun conflitto di coscienza? Vigilare sui limiti di sviluppo di un comparto già ora sommerso dal traffico e dall’inquinamento non interessa al Consiglio comunale di Morbio Inferiore? Dopo tutto quanto ha subito la popolazione, non si ritiene di dover procedere con la dovuta cautela e cognizione di causa?

Bastano i risarcimenti milionari paventati dal Municipio, che il Consiglio comunale non ha mai potuto verificare e approfondire seriamente, per rinunciare al pozzo? Tutto finirebbe qui dunque? Sinistra e Verdi di Morbio Inferiore sono decisi a contrastare con fermezza questo modo di gestire il bene pubblico e di fare politica, adottando i passi necessari a livello procedurale e coinvolgendo la cittadinanza.

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