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OSPITEIl nucleare costoso può esser facilmente sostituito con le rinnovabili

03.11.16 - 09:27
Matteo Buzzi, Verdi del Locarnese
teobuz.ch
Il nucleare costoso può esser facilmente sostituito con le rinnovabili
Matteo Buzzi, Verdi del Locarnese

La favola della corrente nucleare a basso costo si è infranta definitivamente con il crollo del prezzo sul mercato europeo, portando con sé perdite milionarie per i gestori di centrali nucleari (si stima fino a oltre 600 milioni all’anno). E pensare che il nucleare può già beneficiare di un costo di produzione artificialmente basso a causa della collettivizzazione del rischio assicurativo non assunto dai gestori stessi (le centrali sono assicurate per 1.8 miliardi di franchi, un incidente provocherebbe danni per centinaia di miliardi), per delle facilitazioni sui capitali date dallo Stato, nonché per i costi di smantellamento e smaltimento scorie nettamente sottovalutati (si parla di oltre il 50%). Fosse applicata la verità dei costi il nucleare costerebbe invece dei dichiarati 5 cts/kWh da 15 a 35 cts/kWh. Il nuovo rinnovabile (solare ed eolico) produce in Svizzera a dei costi compresi tra 15 e 22 cts/kWh, ma con delle punte all’estero già tra 3 e 7 cts/kWh. Solare ed eolico, e in parte la biomassa, sono quindi già oggi finanziariamente pienamente concorrenziali con il nucleare. Considerato che il loro costo di produzione diminuisce per un effetto di scala di ca. il 5% all’anno entro il 2020-2025 saranno nettamente più a buon mercato del nucleare e non dovranno nemmeno più essere sussidiati.

L’uscita dal nucleare è quindi anche vantaggiosa per i consumatori, senza contare che tutte le istallazioni legate al rinnovabile e all’efficienza energetica creeranno decine di migliaia di posti di lavoro (fino a 4000 in Ticino) e salveranno quelli nell’idroelettrico. Nel silenzio più generale e grazie all’introduzione della RIC (rimunerazione a copertura dei costi) abbiamo già sostituito con solare, eolico e biomassa (legna, biogas e rifiuti) una centrale nucleare, quella più vecchia e pericolosa, da più di 19 mesi in manutenzione, che potrebbe quindi rimanere chiusa per sempre senza che ce ne accorgessimo. A Berna sono nel frattempo fermi più di 50'000 progetti che permetterebbero di sostituire più di due piccole centrali nucleari (Mühleberg e Beznau 2). Per sostituire il rimanente, ovvero le ultime due centrali nucleari quelle più recenti e maggiormente produttive, abbiamo tempo fino al 2029 e basterebbe un tasso pro capite di ampliamento del rinnovabile di solo un terzo di quello attualmente osservato in Germania o della metà di quello austriaco. Grazie all’importanza dell’idroelettrico la Svizzera è però meglio posizionata dei suoi vicini. Nel nuovo sistema di approvvigionamento 2030 l’idroelettrico con i sistemi di pompaggio e turbinaggio permetterà con le sue capacità produttive modulabili e alla possibilità di stoccaggio di compensare la variabilità di solare ed eolico, tra il giorno e la notte, all’interno della giornata, come pure tra le stagioni. Nei mesi invernali si andrà ad aggiungere la produzione di corrente tramite la cogenerazione con uso di biomassa. Le simulazioni fatte considerando la variabilità meteorologica indicano che la combinazione intelligente di queste fonti è fattibile, garantirebbe l’approvvigionamento e non implicherebbe un aumento delle importazioni dall’estero rispetto a quelle che già sono necessarie oggi. Queste ultime saranno quindi molto inferiori rispetto a quelle a cui siamo confrontati adesso per la caotica disattivazione imprevista di due centrali nucleari (Beznau e Leibstadt). Con l’uscita pianificata dal nucleare metteremo fine all’importazione di uranio per centinaia di milioni di franchi da paesi in parte problematici e con modalità di estrazione che causano importanti contaminazioni radioattive, e avremo finalmente un sistema elettrico sicuro senza rischio nucleare e maggiormente indipendente dall’estero. Voterò quindi chiaramente sì all’abbandono del nucleare il 27 novembre.

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