Marcello Monighetti, Movimento NO Parc Adula
Malgrado le assicurazioni verbali della signora Leuthard riguardo la Zona periferica, non dobbiamo dimenticare l’articolo 18 dell’Ordinanza federale; sarà questo articolo che bloccherà qualsiasi iniziativa e progetto o addirittura una semplice domanda di costruzione attraverso dei ricorsi da parte delle associazioni ambientaliste. Pro Natura ha del resto già dichiarato di non essere d’accordo sulla non applicazione di questo articolo che riguarda, ed è bene ribadirlo, l’intero territorio abitativo della Valle di Blenio.
Estratto dal comunicato stampa di Pro Natura del 28.01.2016:
“Nella Charta si menziona che la Zona periferica non avrebbe alcuna conseguenza legale. Ciò non è corretto. Nella zona periferica i Comuni perseguono gli obiettivi dell’Ordinanza sui parchi che devono essere considerati nei progetti futuri. Inoltre il perimetro del Parco prevede lacune, presumibilmente per lasciare spazi aperti per futuri grandi progetti. Ciò contraddice il senso di un Parco nazionale.”
Da anni i promotori del Parc Adula, con la complicità di alcune autorità federali, vogliono farci credere che nella Zona Periferica non cambierà assolutamente nulla. Basta però leggere la documentazione messa a disposizione per accorgersi che non è vero. Inoltre le descrizioni variano da pagina a pagina. Il Parc Adula potrà interpretare come e ciò che più gli farà comodo. Ecco alcuni esempi:
Queste due affermazioni sono inequivocabili e significano che nella zona limitrofa, più ci si avvicina al limite della Zona centrale, più restrizioni ci saranno. Tutto questo a dipendenza della cocciutaggine del funzionario che sarà “competente” in materia. E dove sarà il limite?
Il Bleniese chiamato al voto, queste cose le deve sapere! Acconsentire a questa “4a forza” (quarto potere?) di intromettersi nella politica regionale e comunale significherebbe un’ulteriore riduzione dell’autonomia locale.
Se un progetto del genere dovesse essere approvato, dovremmo esser pronti ad ulteriori divieti, alla chiusura di strade, al pagamento dei parcheggi, a salire sul bus degli indigeni, il tutto per indurre il residente a usare il meno possibile l’automobile, nel segno della sostenibilità.
Ma come? La Greina, che è un elemento portante del turismo pedestre bleniese (l’unico che funziona in modo abbastanza soddisfacente), la si vuole limitare ai turisti?
Questi esempi dimostrano come il Parc Adula vuole assumere il controllo su di un intera regione, sottoponendo in votazione oltre 400 pagine poco trasparenti, che possono sfuggire alla lettura affrettata, o che il cittadino pigro nemmeno leggerà, con miraggi economici vari e un afflusso tale di turisti che dovranno essere gestiti.
Si parla di 5 - 6 milioni di franchi all’anno (per l’intero Parco). Questi soldi serviranno essenzialmente per chi studia fauna e flora, per i ranger, per alimentare la grande burocrazia che
ne deriverà, per la direzione, il monitoraggio, ecc. Ecco infatti quanto si legge nella “Charta” sulla destinazione di questi milioni:
Suscitano ulteriori dubbi le dichiarazioni della portavoce dell’Ufficio federale dell’Ambiente (UFAM), che citiamo: “questo ufficio prenderà posizione solo quando la Charta sarà approvata”; in altre parole questo significa che a votazione avvenuta Berna potrà ancora intervenire sulla Charta (Servizio SRF del 06.05.2016).
Il Bleniese chiamato al voto queste cose le deve sapere!