Cerca e trova immobili

OSPITEPolitica fiscale: colpirà chi ha già poco

13.07.16 - 12:15
Partito Socialista Ticino
TiPress
Igor Righini, Presidente del Partito Socialista Ticino
Igor Righini, Presidente del Partito Socialista Ticino
Politica fiscale: colpirà chi ha già poco
Partito Socialista Ticino

In Svizzera più del 13% della popolazione è a rischio di povertà. Ma, senza mezzi, lo Stato è in difficoltà e non può assolvere ai suoi compiti costituzionali. Per questa ragione occorre una politica fiscale equa che non faccia regali alle persone fisiche e giuridiche facoltose. Il Partito Socialista Ticino non è contro la ricchezza: desideriamo invece uno Stato equo, capace di generare equilibrio tra chi possiede molto e chi troppo poco. Riteniamo indispensabile che lo Stato lotti contro la povertà per una società generosa e giusta, nella quale ogni persona abbia il diritto di vivere un'esistenza dignitosa, lavorando e percependo salari adeguati al costo della vita.

Ieri il Consiglio di Stato ticinese riunito ha manifestato la propria intenzione di intervenire sulla politica fiscale. In particolare suscitano la nostra preoccupazione le dichiarazioni rilasciate alla RSI a “il Quotidiano” dal direttore del DFE Christian Vitta, che prospetta riduzioni fiscali per le aziende e per i contribuenti con maggior potere d’acquisto. Le stesse intenzioni sono poi state confermate in diretta dal direttore del DSS Paolo Beltraminelli.

Le condizioni finanziarie e sociali del Ticino, con lo svuotamento delle casse dello Stato e la sofferenza dei ceti medio e basso, sono l’onda lunga delle politiche degli anni passati, all’epoca della gestione neoliberista del DFE sotto Marina Masoni e Sergio Morisoli: sgravi fiscali alle persone e alle aziende più facoltose e tagli ai servizi e alle prestazioni per i cittadini. Purtroppo la lezione non è stata appresa e oggi ci vediamo riproporre le stesse ricette.

Da una parte la manovra di rientro da 185 milioni, giustificata con i mezzi insufficienti a disposizione dello Stato, che va a colpire servizi, sussidi e prestazioni preziosi soprattutto per chi è in condizioni di maggiore fragilità.

Dall’altra questi sgravi proposti per le fasce sociali più abbienti: addirittura si prevede di abbassare l’aliquota dal 9 al 6,5%. Si giustificano queste misure con il timore della fuga dei ricchi contribuenti che, sfruttando la concorrenza fiscale intercantonale, si trasferirebbero altrove. Che ciò sia falso è dimostrato dal fatto che,  
 
pur avendo aumentato l’imposta per i globalisti basata sul dispendio da 250 a 400 mila franchi, non c’è stato alcun fuggi fuggi.

Questi sgravi ora vengono riproposti invocando la Riforma dell’imposizione delle imprese 3 (RII3), approvata di recente dal Parlamento federale. Vitta e Beltraminelli dimenticano però che contro la Riforma il Partito Socialista Svizzero ha lanciato un referendum.

All’epoca della Riforma 2, nel 2008, prima della votazione ci era stato assicurato che sarebbe costata solo 900 milioni. A conti fatti, come è poi stato confermato anche dal Tribunale federale, la perdita è stata di 10 miliardi. Ora la Riforma 3 dovrebbe far mancare alla Confederazione almeno 1,3 miliardi Ai quali andranno poi aggiunte le perdite per i Cantoni e i Comuni. È facile prevedere che questi soldi dovranno essere recuperati eliminando servizi e prestazioni essenziali per molte persone e famiglie. Intanto il Consiglio federale ha presentato un primo pacchetto di risparmio nel quale prevede tagli in molti ambiti, fra i quali i sussidi di cassa malati, proprio in un periodo nel quale si annunciano aumenti in media del 5%.

Il Partito Socialista non è contrario alla ricchezza, ma vuole anzitutto combattere la povertà. Che nel nostro Paese, nonostante il benessere diffuso in apparenza, non manca: in Svizzera più del 13% della popolazione è a rischio di povertà (fonte: Ufficio federale di statistica). Per aiutare queste persone e garantire loro condizioni di vita dignitose, con un lavoro e un salario adeguati al costo della vita, serve uno Stato dotato di risorse sufficienti ad assolvere i propri compiti istituzionali. Lo Stato deve perciò essere solido equo e non deve far regali alle persone fisiche e giuridiche facoltose. In caso contrario, il risultato sarebbe una società non solo iniqua, ma spaccata fra chi ha moltissimo e chi pochissimo: una società potenzialmente conflittuale.

In conclusione, il Partito Socialista ribadisce la propria opposizione a questa politica fiscale che colpirà soprattutto i ceti medio e basso della popolazione e conferma il proprio sostegno al referendum contro la Riforma dell’imposizione delle imprese 3. Chiamiamo quindi alla partecipazione tutti i cittadini e le cittadine e li invitiamo a firmare e a far firmare i formulari che sono disponibili on line (http://bit.ly/riforma3, http://bit.ly/riforma3form). Inoltre, a livello cantonale e federale, ci opporremo a ogni ulteriore taglio ai servizi e alle prestazioni che uno Stato giusto deve garantire alle persone in maggior difficoltà.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE