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OSPITE«La Posta sempre meno servizio pubblico»

05.07.16 - 10:05
Diego Scacchi e Graziano Pestoni, Associazione svizzera per la difesa del servizio pubblico
TiPress
«La Posta sempre meno servizio pubblico»
Diego Scacchi e Graziano Pestoni, Associazione svizzera per la difesa del servizio pubblico

La Posta è sempre meno servizio pubblico. È questa la conclusione alla quale è giunta l'Associazione per la difesa del servizio pubblico.

Il 30 maggio scorso (vedi lettera allegata), ad esempio, l'Associazione ha scritto una lettera al Consiglio di amministrazione della Posta SA a Berna, esprimendo preoccupazione per le conseguenze delle continue chiusure di uffici postali, anche in comuni di medie dimensioni. Essa rilevava come l'aspetto economico e la redditività è manifestamente prevalente rispetto all'erogazione di servizi. La Posta ha perfino cambiato terminologia: nei suoi documenti non parla più di utenti, bensì di clienti (“curare l'orientamento al cliente”). Inoltre, contrariamente a quanto scrive nei suoi rapporti di attività, i cambiamenti (chiusure di uffici), non avvengono “all'insegna del dialogo” con le comunità locali e i Comuni, bensì sono sistematicamente imposte, come lo dimostrano le numerose prese di
posizione di comuni ticinesi e del moesano. 

L'Associazione chiedeva pertanto che la situazione venisse riesaminata, in particolare che venissero riconsiderate le situazioni degli uffici recentemente chiusi. La Posta (non il Consiglio di amministrazione, ma il responsabile postale e vendita), rispose all'Associazione con una lettera del 13 giugno (vedi allegato). Si tratta di un testo generico nel peggior stile burocratico, probabilmente lo stesso che viene inviato a tutti coloro che non condividono le scelte recenti della Posta. È ovvio che la tecnologia sta provocando cambiamenti epocali, come si può sostanzialmente leggere nella lettera, e che molte persone fanno capo meno frequentemente ai servizi degli Uffici postali, ma è evidente che le chiusure vanno al là di questi mutamenti e sono penalizzanti per una buona parte della popolazione.

L'Associazione si dissocia da questo modo di lavorare e auspica che possa svilupparsi nel nostro Paese un movimento per imporre un cambiamento della Posta, affinché gli interessi degli utenti siano realmente considerati.

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