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L'OSPITENo alla tassa di collegamento: contraddittoria ed inefficace

30.05.16 - 12:00
Paolo Pagnamenta, deputato PLR al Gran Consiglio
Tipress
No alla tassa di collegamento: contraddittoria ed inefficace
Paolo Pagnamenta, deputato PLR al Gran Consiglio

La modifica della legge sui trasporti pubblici, in votazione il prossimo 5 giugno, ha sollevato numerose critiche non tanto per gli obiettivi che intende perseguire, ovvero la riduzione del traffico e dell’inquinamento che sono condivisi da tutti, ma piuttosto per l’inefficacia delle misure proposte. Basta sfogliare l’opuscolo informativo a sostegno della tassa di collegamento per rendersi conto che tra gli argomenti che il Governo elenca a favore della misura vi è una serie di palesi contraddizioni. Le principali ragioni che, stando al Dipartimento del territorio, dovrebbero convincere i ticinesi ad accettare questo nuovo balzello sono quattro: “1. Meno traffico-meno code”, “2. Generare le necessarie risorse finanziarie, ”3. Meno smog-meno stress ”4. Contributo a carico dei grandi generatori di traffico”. Se andiamo ad analizzare più nel dettaglio queste argomentazioni ci rendiamo conto di quanto sia discutibile la difesa di questa tassa. Infatti, combinando tra loro questi fattori otteniamo prospettive tra di loro discordanti, a comprova che il nostro Governo sta tentando di far passare una misura prevalentemente fiscale, sia pure dipinta a tinte ecologiste. 

Se confrontiamo il primo proclama con il secondo, ossia “Meno traffico-meno code” ad “Assicurare le necessarie risorse finanziarie”, constatiamo che i due obiettivi sono tra di loro incompatibili: se il traffico diminuirà per effetto della nuova tassa (circostanza assai dubbia) allora diminuiranno anche di conseguenza gli introiti fiscali per lo Stato. Lo stesso discorso vale confrontando il secondo motivo al terzo (“Assicurare le necessarie risorse finanziarie” a “Meno smog-meno stress”). Diminuendo ipoteticamente il traffico (e quindi lo smog) per effetto del provvedimento non otterremmo di conseguenza anche le risorse finanziarie necessarie derivanti dalla nuova tassa pagata dai generatori di traffico. E questa è la seconda contraddizione. Se si raffrontano poi le argomentazioni “Meno traffico-meno code” a ”Un contributo a carico dei grandi generatori di traffico” si cade in un’ulteriore situazione contraddittoria perché per far diminuire il traffico la tassa deve essere pagata dagli automobilisti, non dai grandi generatori di traffico. Che effetto potrebbe mai avere sul traffico una tassa pagata dai proprietari dei parcheggi (non dimentichiamo che non saranno solo i supermercati ma anche le aziende ad esserne colpite) se non venisse poi ribaltata sui cittadini-automobilisti? Nessuno, evidentemente. Eccoci arrivati alla terza contraddizione. Infine, anche dall’abbinamento “Meno smog-meno stress” ad “Un contributo a carico dei grandi generatori di traffico” emerge ancor di più l’incoerenza appena descritta. Se a pagare saranno i generatori di traffico (e non gli automobilisti) non vi sarà verosimilmente alcuna diminuzione percepibile del numero delle vetture e quindi dei temuti carichi inquinanti.
È chiaro che è nell’interesse di tutti ridurre drasticamente il traffico e l’inquinamento ma non con misure inefficaci quali quelle proposte dal nostro Governo. Le contraddizioni sopra esposte dimostrano che l’obiettivo primario è quello di fare cassa. Come si spiegherebbe infatti la prospettiva paventata di aumentare le imposte qualora la tassa venisse rifiutata il prossimo 5 giugno in votazione popolare? L’auspicio è che, il prossimo 5 giugno, i ticinesi esprimano un convinto no alla modifica della legge sui trasporti pubblici per opporsi a proposte contraddittorie ed inefficaci a carico del cittadino. Un tema importante come quello della riduzione del traffico e dell’inquinamento merita di essere affrontato con un vero progetto.

 

 

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