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L'OSPITEAlto Malcantone: brava e bella, ma zitella!

20.05.16 - 12:00
di Giovanni Berardi, sindaco di Alto Malcantone
Alto Malcantone: brava e bella, ma zitella!
di Giovanni Berardi, sindaco di Alto Malcantone

È decisamente incomprensibile la decisione del governo ticinese di annoverare il Comune di Alto Malcantone fra quelli che saranno penalizzati con una decurtazione del contributo per gli oneri derivanti dalla localizzazione geografica. In soldoni, mancheranno nelle casse comunali circa 60 mila franchi all’anno destinati alla cura e alla gestione del vasto e meraviglioso territorio comunale. La misura fa parte del pacchetto di riequilibrio delle finanze cantonali e, a mente del governo, integra un obiettivo di risparmio con uno di carattere incitativo, ovvero l’accelerazione delle aggregazioni nelle zone periferiche laddove non siano ancora stati intrapresi sufficienti passi verso un’adeguata riorganizzazione istituzionale.

Ci sentiamo gabbati. Ma perché?

Ormai tutti sanno che il Comune di Alto Malcantone è frutto dell’aggregazione degli allora Comuni di Arosio, Breno, Fescoggia, Mugena e Vezio avvenuta nel 2005, in tempi pionieristici aggregativamente parlando. Ma questo processo non si è fermato. Nel 2010 ha preso avvio lo studio aggregativo con il Comune di Manno, sfociato nel 2011 con la votazione consultiva in cui l’aggregazione è stata letteralmente plebiscitata (83% di Sì) dai cittadini di Alto Malcantone, ma purtroppo bocciata da Manno e poi abbandonata dal Cantone stesso. Ma non è tutto. Quando è stato posto in consultazione il nuovo Piano Cantonale delle Aggregazioni, assieme a tutti i Comuni del comprensorio Malcantone Est abbiamo promosso incontri fra i vari Municipi dai quali è scaturita la volontà di consolidare proprio lo scenario aggregativo prospettato dal Cantone. Quindi, in quanto a promuovere un’adeguata riorganizzazione istituzionale siamo stati bravi e non ci può essere rimproverato proprio nulla. Evidentemente il Consiglio di Stato ha scelto di usare il vecchio metodo del bastone e della carota (in questo caso più del bastone, a dire la verità). Qui, però, il bastone lo si usa contro una sposa brava (abbiamo sempre creduto convinti in un processo di riorganizzazione istituzionale) e anche bella (il nostro territorio offre qualità di vita, è magnifico e della sua cura ne beneficiano non solo i residenti, ma anche turisti e cittadini in cerca di verde). Insomma, la sposa ha le sue qualità ma è purtroppo ancora zitella e non certo per colpa propria. Ci auguriamo che questo “schiaffo” possa essere corretto, anche perché la motivazione degli amministratori locali, costretti sempre più spesso a fare salti mortali per far quadrare i conti, dipende pure da queste piccole cose, come del resto anche l’attaccamento alle istituzioni da parte dei cittadini.

 

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