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L'OSPITEUna riforma pragmatica e rispettosa dello Stato di diritto

20.05.16 - 08:25
Giovanni Merlini, Consigliere nazionale PLR
Ti Press
Una riforma pragmatica e rispettosa dello Stato di diritto
Giovanni Merlini, Consigliere nazionale PLR

In un contesto migratorio surriscaldato occorre mantenere la lucidità e resistere alla tentazione del facile opportunismo politico e delle fobie più o meno recondite. Quello dell’asilo è un ambito particolarmente delicato, nel quale la politica deve muoversi su un piano razionale che riesca a conciliare il rispetto dei diritti umani e l’efficienza nel disbrigo delle pratiche per l’accertamento dello statuto di asilante. Non abbiamo a che fare con numeri, bensì con storie di donne e uomini, i cui percorsi sono scanditi da profonde sofferenze. La riforma della legge sull’asilo in votazione il prossimo 5 giugno si iscrive nel solco della tradizione umanitaria svizzera e affronta la questione con un approccio pragmatico.

È indispensabile un sistema snello e ben coordinato nella trattazione delle singole domande d’asilo: la riforma permette di velocizzare le procedure, soprattutto a fronte dell’aumento delle richieste d’asilo. L’obiettivo è triplice: garantire quanto prima protezione a coloro che sono costretti a lasciare il proprio Paese, respingere con celerità coloro che invece non hanno diritto all’asilo (come i cosiddetti migranti economici) e ridurre i costi di tale sistema a carico della collettività.

L’obbiettivo di ridurre la durata delle procedure ad un massimo di 140 giorni non esclude affatto la garanzia di un corretto svolgimento formale, conforme alle regole dello Stato di diritto: l’assistenza giudiziaria e il diritto a gratuito patrocinio, contro il quale si scaglia l’UDC, sono per altro previsti già attualmente e scoraggeranno l‘inoltro di ricorsi (contro il diniego dell’asilo) che non hanno possibilità di successo, contribuendo a non allungare inutilmente i tempi procedurali. I costi della consulenza legale verranno così ricompensati da un minor onere giudiziario e amministrativo. Non si tratta di una semplice supposizione: gli effetti benefici dell’assistenza giudiziaria sono stati testati nel Canton Zurigo, confermando come i ricorsi siano diminuiti di un terzo e coloro che rimpatriano volontariamente siano triplicati!

La riduzione dei tempi d’attesa sarà agevolata dal convogliamento di quasi tutte le procedure d’asilo direttamente nei centri della Confederazione, in cui, oltre ai richiedenti, vi sarà il personale che si occupa degli interrogatori, gli interpreti, i rappresentanti legali ecc. Una razionalizzazione dei tempi e degli spazi che coincide con minori costi e minori oneri, anche per i Cantoni.

Il nuovo assetto organizzativo consentirà di ottenere un ulteriore doppio risultato. I rifugiati che hanno diritto di rimanere nel nostro Paese potranno integrarsi più rapidamente e trovare un’occupazione remunerata che li renda economicamente autosufficienti. Per gli altri, invece, l’abbandono della Svizzera e il rimpatrio avverranno prima rispetto ad oggi e, di conseguenza, essi saranno a carico delle prestazioni sociali per un periodo più breve.

Si tratta di una riforma sostenuta dai Direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia così come dai Dipartimenti cantonali delle opere sociali, dall’Unione delle città e dall’Associazione dei comuni. Non si tratta dunque di una revisione calata dall’alto, bensì ampiamente condivisa dagli attori coinvolti e sensibile alle esigenze e alle preoccupazioni del territorio.

 


Votiamo quindi sì il prossimo 5 giugno, confermando il tipico e ben oliato modello elvetico nel risolvere i problemi, anche quelli più complessi. Ottimizzeremo così l’intero sistema procedurale nell’ambito dell’asilo, rendendolo più rapido, efficiente ed equo.

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