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L'OSPITERidurre i finanziamenti pubblici destinati al settore del Turismo

16.05.16 - 16:00
Pietro Vanetti
Ridurre i finanziamenti pubblici destinati al settore del Turismo
Pietro Vanetti

Il 26 aprile il Consiglio di Stato ha presentato il pacchetto di misure per il riequilibrio delle finanze cantonali che avranno un'incidenza finanziaria complessiva di 185 milioni nel 2019.

Da allora si susseguono le prese di posizione dei vari gruppi politici, a sostegno (poche) o critiche (sempre di più).

Gli uni la ritengono troppo poco incisiva nel contenimento delle uscite e chiedono maggiore rigore, altri al contrario la ritengono troppo squilibrata a danno dei cittadini più deboli e chiedono maggiore pressione fiscale sui più abbienti.

Altri criticano invece che ci si ostini a curare i sintomi, ma non le cause.

Unanime è l’intenzione di studiare attentamente tutte le misure per poi proporre in parlamento modifiche la dove le proposte si ritengono squilibrate. Non occorre essere dei grandi esperti per prevedere che alla fine del dibattito parlamentare, molto probabilmente, l’importo finale della manovra risulterà più contenuto e pertanto insufficiente per l’auspicato riequilibrio delle finanze cantonali.

A meno che non si trovino misure compensatrici in settori non presi in considerazione dal C.d.S. Uno di questi settori, è quello legato al Turismo, i cui perni portanti sono l’albergheria e la ristorazione. Un settore, ritenuto ostinatamente di vitale importanza per la nostra economia anche se la lettura dei dati scientifici indicano il contrario e per il quale il mondo politico da decenni insiste nel destinarvi molto denaro pubblico.

Parliamo di più di 12 milioni di franchi all’anno che purtroppo generano risultati sempre più deludenti. Deludenti al punto da ritenere opportuna una approfondita riflessione se continuare a destinarvi ancora tutte quelle risorse finanziarie.

Di seguito alcuni aspetti –negativi- che caratterizzano il settore:
- Pernottamenti in alberghi in costante calo, durata dei soggiorni degli ospiti sempre più breve.
- Numero posti letto in alberghi in costante diminuzione. Le nuove aperture non compensano le chiusure.
- Volumi di affari e relativi utili aziendali di molti Alberghi e Ristoranti in costante calo. Insufficienti per investire per rinnovarsi e adeguarsi alle esigenze attuali dei turisti.
- Stipendi per molti impiegati del settore, nettamente al disotto del fabbisogno minimo per cui sono indispensabili gli aiuti sociali cantonali/comunali.
- Gettito fiscale del settore, per rapporto ai finanziamenti pubblici (credito quadro ecc.) poco interessante.
- Reazioni/azioni degli operatori spesso (troppo spesso) rinunciatarie. Si preferisce chiudere e fare l’affare immobiliare all’investimento innovativo, anche perché di solito la generazione successiva non è interessata all’attività.
- Poco propensi a sperimentare formule nuove per raggiungere potenziali clienti (vedi flop della carta turistica).

E infine, l’aspetto ai miei occhi più importante e che dovrebbe far riflettere:
- Ai Ticinesi, salvo rarissime eccezioni, non interessa lavorare nei settori alberghiero o ristorazione, tantomeno sono propensi ad investire in proprio in quelle attività.

E allora, perché continuare a investire tutto quel denaro pubblico in quel settore? Soprattutto se questo scarseggia? Io lo ritengo inutile!

Ritengo sia giunto il momento di rivedere radicalmente la strategia di sostegno al settore, limitandola ad azioni utili a chi investe e opera effettivamente con eccellenza.

Sì, perché di eccellenze in Ticino ve ne sono, ma lo sono soprattutto per merito proprio. Il merito della organizzazione turistica nel suo insieme è solo marginale. L’attività di quest’ultima, malgrado le molteplici riorganizzazioni e la messa a disposizione di capitali sempre maggiori, da molti anni non risulta più essere incisiva. Purtroppo.

Ho seguito attivamente per molti anni i lavori di Ticino Turismo in qualità di socio, ho anche fatto parecchie proposte che il tempo ha dimostrato essere lungimiranti (peccato che chi di dovere non ne ha fatto uso), ritengo di conoscere la materia e di poter dare suggerimenti utili per ridurre la spesa di denaro pubblico senza danneggiare le eccellenze in quel settore.

Alludo a un risparmio che può aggirarsi attorno ai 5 milioni di franchi per il 2018 e altrettanti per il 2019! Per il 2017 è già tardi. Ovviamente un risparmio simile non si ottiene buttando lì idee plateali, ma con riflessioni serie e a 360 gradi.

Invito quindi chi di voi è interessato ad approfondire la materia a comunicarmelo, sarà poi mia premura organizzare un incontro per passare dalle parole ai fatti, elaborando emendamenti al messaggio N. 7184 CdS “Pacchetto di misure per il riequilibrio delle finanze cantonali” utili al riequilibrio finanziario, da presentare in parlamento.

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