Cerca e trova immobili

L'OSPITELa posizione dell’ACSI sulle votazioni del 5 giugno

05.05.16 - 20:00
Associazione Consumatrici e Consumatori della Svizzera italiana
TiPress
La posizione dell’ACSI sulle votazioni del 5 giugno
Associazione Consumatrici e Consumatori della Svizzera italiana

SI alla modifica della Legge sull’Ente ospedaliero cantonale

In qualità di associazione che rappresenta i diritti dei pazienti e degli assicurati, l’ACSI si è espressa a favore della modifica della legge sull’EOC che permette accordi di collaborazione fra ospedali pubblici e cliniche private. L’ACSI sottolinea i punti positivi in favore dei pazienti di questa riforma, evidenziando in primo luogo l’obbligo di estendere agli accordi di collaborazione le condizioni in vigore nell’EOC per ciò che concerne il primariato, il contratto collettivo di lavoro e un numero adeguato di posti di formazione.

Grazie a questo obbligo, ci potrà essere una migliore qualità delle cure poiché la “cultura” del pubblico entrerà nel privato (ad esempio nell’ostetricia delle cliniche private dove attualmente si registra una maggiore tendenza a medicalizzare il parto). L’ACSI evidenzia altri fattori di miglioramento per i pazienti: una maggiore sicurezza delle cure (ad esempio di ginecologia grazie alla concentrazione dei casi: più pazienti trattate significano più esperienza dei medici specialisti), lo sviluppo di maggiori competenze specialistiche in Ticino (solo reparti con una massa critica sufficiente riescono ad attirare specialisti con una solida formazione), un uso più efficiente delle risorse grazie alla concentrazione, il controllo democratico sugli accordi di collaborazione (che devono essere approvati dal Gran Consiglio), il consolidamento delle positive collaborazioni esistenti (ad esempio quelle fra Ente e Clinica Hildebrand e Cardiocentro).

NO all’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali”

L’ACSI si è pure espressa contro l’iniziativa “Giù le mani dagli ospedali” in quanto la pianificazione adottata dal Gran consiglio assicura già quanto richiesto dall’iniziativa, sia per i reparti degli ospedali regionali sia per i Pronto soccorso degli istituti di zona.

L’ACSI, sensibile al mantenimento delle qualità delle cure, ma preoccupata per il loro costo che si ripercuote direttamente sui premi delle casse malati, evidenzia che il mantenimento di reparti che creano sovraccapacità rischia in futuro di provocare costi supplementari e una diminuzione della qualità dell’offerta (numero d’interventi troppo esiguo). L’ACSI riconosce la necessità di disporre di cure di prossimità, ma soprattutto per ciò che concerne le cure post-acute e non tanto per la fase acuta la cui durata si accorcia sempre più.

SI alla tassa di collegamento

Sì a meno traffico, sì ai trasporti pubblici, sì a una migliore qualità di vita: sono queste le motivazioni che hanno indotto l’ACSI ad accettare la cosiddetta tassa di collegamento.

Obiettivo di questa tassa è la riduzione dei parcheggi gratuiti presso i grandi generatori di traffico, ovvero aziende con almeno 50 posteggi. Questo dovrebbe permettere di ridurre il numero di posti auto gratuiti, così come il numero di posteggi in generale con un minore spreco di territorio. L’ACSI rileva che la tassa permette un miglior finanziamento del trasporto pubblico: i soldi incassati saranno vincolati al finanziamento dei mezzi pubblici.

Infine, la tassa di collegamento colpirà solo 200 grandi generatori di traffico in tutto il Cantone.

NO all’iniziativa sul servizio pubblico

L’ACSI e le altre associazioni svizzere dei consumatori difendono in generale il servizio pubblico e riconoscono che non tutto funziona sempre al meglio, tuttavia invitano a respingere l’iniziativa. Secondo l’ACSI la soluzione proposta non risolverà i problemi del servizio pubblico, semmai li peggiorerà. La soluzione non può essere identica per le FFS, massicciamente sovvenzionate, La Posta, la cui missione storica tende a scomparire, e Swisscom che domina un mercato senza una reale concorrenza. Per le organizzazioni dei consumatori respingere l’iniziativa non significa certo dare carta bianca ai dirigenti delle imprese di servizio pubblico. Significa, al contrario, privilegiare la lotta per trovare soluzioni pratiche e adatte a ogni settore attraverso:

    • l’azione politica: facendo sentire la voce dei consumatori ogni volta che si vota o si dibatte in parlamento di temi che toccano un servizio pubblico (FAIF – Finanziamento dell’infrastruttura ferroviaria, legge sulle telecomunicazioni, …)
    • gli interventi diretti: negoziati diretti per risolvere problemi concreti (condizioni generali abusive nei contratti di telefonia, problemi con l’introduzione di Swisspass, prezzi delle procure postali, …)
    • una maggiore protezione dei consumatori: sostenendo un potenziamento delle istanze ufficiali (Mister prezzi, Commissione delle comunicazioni, Commissione della posta) per permettere loro di controllare e combattere politiche aziendali che privilegiano la corsa ai profitti invece che l’interesse dei consumatori.

NO all’iniziativa “vacca da mungere”

L’ACSI si è infine pronunciata contro l’iniziativa denominata “vacca da mungere” con la quale auto-suisse chiede che i proventi derivanti dall’imposta sugli oli minerali siano destinati esclusivamente all’infrastruttura stradale. Attualmente la metà di questo denaro confluisce nelle casse federali. Secondo l’ACSI questa l'iniziativa mette in pericolo il nostro sistema di trasporti e se il 5 giugno vincessero i sì, avremmo più strade, più traffico, più inquinamento dell’aria e più emissioni di CO2. In concreto verrebbero sottratti 1,5 miliardi di franchi all’anno che attualmente finanziano non solo i trasporti pubblici, ma anche la formazione, l’agricoltura, l’esercito e la cooperazione allo sviluppo e questo porterebbe ad un aumento probabile dei prezzi delle prestazioni a carico degli utenti e dei consumatori in generale.

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE