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L'OSPITEL'AITI dice "No" alla tassa di collegamento

03.05.16 - 14:00
Associazione industrie ticinesi
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L'AITI dice "No" alla tassa di collegamento
Associazione industrie ticinesi

Iniqua, problematica e inaccettabile. Potrebbero essere usati questi tre aggettivi per definire la modifica dell’articolo 35 della Legge sui trasporti pubblici (LTpub) adottata dal Gran Consiglio il 14 dicembre 2015 - in votazione cantonale il prossimo 5 giugno 2016 - che prevede di introdurre una cosiddetta tassa di collegamento a carico dei grandi generatori di traffico, contro cui un vasto comitato - composto da associazioni economiche, partiti, movimenti e semplici cittadini - ha raccolto oltre 24mila firme valide per sottoporre il progetto a referendum. Far pagare ai proprietari di fondi sui quali vi sono posteggi per almeno 50 autoveicoli una forchetta da CHF 1 a 3.50 al giorno per quanto riguarda i posteggi per dipendenti e da CHF 1 a 3 per visitatori e clienti, così da raggiungere un importo complessivo generato di CHF 18 milioni apparentemente destinato a coprire una parte dei costi del trasporto pubblico, non appare una soluzione corretta né per ridurre il traffico, né per cercare nuovi finanziamenti per far fronte alle difficoltà finanziarie dello Stato.

Per finanziare il trasporto pubblico lo Stato dovrebbe assicurare le risorse attraverso le imposte ordinarie, così come avviene in tutti gli altri cantoni svizzeri, non mettere questi ricavi a preventivo, dimostrando che l’obiettivo della misura è di natura prettamente finanziaria e non è stata concepita per ridurre il traffico. Questo quando le soluzioni per combattere i problemi di mobilità e di traffico in Ticino sono altre (forme di incentivazione dell’utilizzo dei trasporti pubblici; certificazioni per le aziende virtuose; creazione di un tavolo tecnico tra enti pubblici e privati; ecc.) e nessuna assomiglia a una grave e inaccettabile imposta come la tassa di collegamento, sulla cui legalità permangono tra l'altro forti dubbi, che rappresenta un rischioso precedente per il nostro futuro. L’autorità fiscale, sulle medesime basi, un domani potrebbe essere tentata di introdurre nuovi balzelli per finanziare altre attività pubbliche: nient'altro che un prelievo fiscale senza controprestazioni dirette.

A pagare la tassa saranno infatti tutti i ticinesi (circa 2/3 dei proventi derivanti dalla tassazione dei posteggi dei dipendenti, ovvero almeno 12 milioni sono a carico di cittadini ticinesi), giacché pagheranno quando si recheranno al lavoro con il proprio veicolo, dove si vedranno aumentare i propri costi di parcheggio di almeno CHF 875.- all’anno (CHF 3.50 al giorno per almeno 250 giorni lavorativi), e quando, nel tempo libero, si recheranno a fare la spesa nei centri commerciali. Inoltre, chi già paga il posteggio pagherà anche la tassa di collegamento. La tassa sarà a carico anche dei dipendenti pubblici. Non da ultimo, non è vero che si pagherà la tassa solo a partire da 50 posteggi. In presenza di fondi collegati anche chi dispone di pochi posteggi pagherà la tassa di collegamento. Infine, i proprietari dei fondi saranno costretti a ribaltare la tassa su lavoratori e clienti dei commerci, altrimenti se la tassa la pagano loro, lo Stato incasserebbe meno imposte e i cittadini non sarebbero invogliati a utilizzare meno l'automobile.

Da sfatare è anche la tesi secondo la quale il nuovo tributo non verrebbe prelevato nei posteggi nelle zone periferiche e nelle valli. I cittadini che vivono in queste zone, che sono quasi sempre costretti a ricorrere all’automobile per recarsi al lavoro in città, in realtà saranno i primi ad essere colpiti dal balzello.

Franco forte e concorrenza sfrenata stanno mettendo gravemente sotto pressione le nostre imprese. Non è insomma il momento accollare altri costi a chi cerca di mantenere gli impieghi in Ticino. Tutto questo senza calcolare la pressione a cui è oggi è sottoposto il settore del commercio al dettaglio. In questo contesto tassare il posteggio di chi fa la spesa in Ticino equivale a incentivare ancora più persone a recarsi in Italia a fare acquisti. Ma, considerato l’aumento degli affitti, delle casse malati e la difficile situazione economica, una nuova tassa è assolutamente inaccettabile per tutti i ticinesi!

Gli altri oggetti in votazione

L'Associazione industrie ticinesi si dice inoltre contraria all'iniziativa popolare legislativa elaborata del 22 agosto 2011 «Rafforziamo la Scuola Media – Per il futuro dei nostri giovani», all'iniziativa popolare generica del 4 aprile 2013 «Giù le mani dagli Ospedali!» e al referendum contro la legge sull’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) del 19 dicembre 2000, adottata dal Gran Consiglio il 15 dicembre 2015.

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