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L'OSPITEBertoli: la Svizzera, l’apartheid ed il “muro”…

29.04.16 - 12:23
Stefano Fraschina Consigliere Comunale Lega dei Ticinesi - Blenio
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Bertoli: la Svizzera, l’apartheid ed il “muro”…
Stefano Fraschina Consigliere Comunale Lega dei Ticinesi - Blenio

La presa di posizione del Consigliere di Stato Manuele Bertoli apparsa sul Corriere del Ticino in data 27 aprile 2016, merita certamente alcune puntualizzazioni. Puntualizzazioni non certo di pancia, ma soprattutto basate sulla precaria situazione socio-economica venutasi a creare in Europa grazie alla fallimentare politica “delle apertura ad oltranza e della multiculturalità” adottata da Bruxelles, che certamente il Ministro Bertoli approva a spada tratta… mettere alla berlina la democrazia elvetica, ricordare la caduta del muro di Berlino di 25 anni fa, gettare fango sulla Legge sugli stranieri, approvata dal popolo sovrano in votazione popolare qualche anno fa ed, affermare che in Svizzera, seppur in modo discreto, “l’apartheid è già qui…”, fa davvero specie, soprattutto se consideriamo il fatto che queste affermazioni vengono da un Consigliere di Stato.

Personalmente ritengo grave e preoccupante la situazione venutasi a creare in Europa. Una situazione che rischia seriamente di degenerare davanti all’impotenza ed all’immobilismo di chi l’ha creata. Ma davvero Bertoli si sorprende se buona parte dei popoli europei vogliono riprendersi i valori, la stabilità e la libertà che è stata loro tolta con la delirante politica adottata dai burocrati dell’Unione Europea? Queste sono le logiche conseguenze di un’Europa tecnicamente sull’orlo del baratro, ove la disoccupazione, la povertà, l’immigrazione di massa ed una speculazione strisciante sulle spalle dei popoli stanno mettendo a dura prova equilibri che tanto avremmo voluto e soprattutto dovuto difendere! La democrazia elvetica (che certamente in molti ci invidiano…) si basa su concetti, equilibri e compromessi che possono a volte essere criticati oppure contestati da più parti, ma ritengo che il termine “apartheid” sia tanto offensivo quanto fuori luogo ed inappropriato, soprattutto se espresso da un Consigliere di Stato.

Ritengo che oggigiorno la formazione di un nucleo famigliare, soprattutto se formato in parte da cittadini di altre nazionalità, presupponga una presa a carico civica di diritti ed evidentemente anche di doveri, questo soprattutto quando la situazione finanziaria non permette di stare a galla. La legge approvata dal popolo, tiene in considerazione pure questi delicati casi ed indica quali sono eventualmente le conseguenti ed eventuali contromisure. Senza entrare nei dettagli, considero comunque il paragone espresso dal Consigliere di Stato decisamente inappropriato. A mio modo di vedere, ci attendono periodi socio-economici non propriamente floridi, e dovremo cercare di difendere i nostri valori, la nostra cultura e la sicurezza interna, da tutta una serie di inesorabili conseguenze derivate dalla fallimentare politica voluta da Bruxelles a tutti i costi. Bertoli farebbe bene a considerare attentamente i sentimenti ed i segnali chiari che giungono pure da Paesi a noi confinanti. Il tempo delle aperture ad oltranza, con tutto ciò che ne deriva è finito da parecchio! Ma l’apartheid, me lo conceda, è ancora un’altra cosa…

 

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