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L'OSPITEBellinzona: altri 21,3 milioni per l’IRB

07.04.16 - 16:00
Luca Buzzi, consigliere comunale di Bellinzona Vivibile
Foto Ti-Press
Bellinzona: altri 21,3 milioni per l’IRB
Luca Buzzi, consigliere comunale di Bellinzona Vivibile

Ecco un estratto del mio intervento in Consiglio comunale del 4 aprile a giustificazione del voto contrario.

Da anni ci siamo abituati a sentire unicamente apprezzamenti adulatori quando si parla di IRB, che mettono però l’accento solo sul presunto prestigio che ne godrebbe la nostra città. Mi sembra quindi quanto mai necessaria almeno una voce fuori dal coro, non solo per coerenza con le mie precedenti prese di posizione sul tema, ma per dare ancora un valore alle istituzioni democratiche. D’altra parte il sostegno incondizionato all’IRB non fa certo l’unanimità neanche nei cittadini.

C’è chi si chiede ad esempio quali frutti abbiano concretamente portato alla città i milioni finora elargiti. Sono sovente citati i nuovi posti di lavoro senza specificare però che la maggior parte degli stessi è occupata da frontalieri e da studenti o dottorandi, con un indotto economico e fiscale molto limitato.

C’è poi il concreto pericolo, come un caso emerso a suo tempo aveva certificato, che spese ed investimenti siano a carico degli enti pubblici, mentre eventuali benefici siano poi sfruttati da privati. Mi si permetta di dire che al momento i principali beneficiari degli investimenti del Comune, sono due privati che affittano le due sedi a prezzi esorbitanti senza avere a carico spese di sistemazione ed adeguamento, visto che le stesse sono in gran parte assunte dall’IRB.

D’altra parte e contrariamente a quanto si afferma costantemente, neanche nell’ambiente scientifico c’è consenso unanime sul metodo di lavoro e sulla ricerca medica, basata sulla sperimentazione animale, scelta dall’Istituto.

Inoltre il comune cittadino che pretende giustamente l’uguaglianza di trattamento, si sta chiedendo ad esempio come mai all’IRB vengano concesse deroghe alle norme di PR, oppure si rinunci alle formalità delle notifiche o domande di costruzione per cambiamenti di destinazione o ancora si conceda, contrariamente alla norma, il diritto di subaffittare o concedere a pagamento parti delle superfici ricevute gratuitamente in diritto di superficie , come lo dimostra il pre-contratto di locazione già firmato con l’EOC. Ma si chiede anche se non sussistano conflitti d’interesse per il fatto che il vicepresidente dell’IRB sieda in Municipio quale vicesindaco.

L’enfasi retorica, priva di realismo, raggiunge il culmine quando si afferma che, grazie all’IRB, “Bellinzona è divenuta una città universitaria a tutti gli effetti”. Tutti sanno però che per essere tale una buona parte dell’attività dell’Istituto deve essere dedicata all’insegnamento per cui occorrono tra l’altro degli ottimi docenti, competenti, preparati e con esperienze di insegnamento. (…)

Tornando al credito accettato bisogna innanzitutto sottolineare che il valore del solo diritto di superficie già concesso supera gli 8 milioni e mezzo di franchi , tenuto conto sia del valore effettivo del terreno, almeno paragonabile a quello conteggiato nella stessa zona per le fondazioni Otaf e Ingrado, che per gli indici aggiuntivi accettati successivamente.

Ora il Consiglio comunale ne ha aggiunti altri 12,8 milioni, per un totale quindi di oltre 21,3 milioni di franchi, per un progetto che sembra essere eccessivamente grandioso e faraonico. Senza dimenticare che da anni la Città già versa annualmente quasi un milione di franchi e ciò dovrebbe avvenire ancora fino al definitivo trasloco nella nuova sede previsto solo nel 2021. (…)

In conclusione ritengo che tutti questi milioni che da anni sono devoluti all’IRB, a maggior ragione in questo momento di ristrettezze finanziarie, potrebbero almeno in parte venir utilizzati per altri investimenti urgenti e nell’interesse effettivo di tutti i cittadini di Bellinzona, che non è solo quello di vantare un presunto prestigio per la propria città.

Sarebbe inoltre auspicabile vincolare gli investimenti in modo che ci sia veramente un ritorno per la città. Ad esempio almeno l'80% degli impiegati dovrebbe abitare a Bellinzona, e gli introiti milionari da brevetti devono poter tornare in parte alla città.

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