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L'OSPITE«Polcomunale: e le responsabilità politiche del suo agire?»

24.03.16 - 14:25
Partito Socialista, Sezione di Locarno
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«Polcomunale: e le responsabilità politiche del suo agire?»
Partito Socialista, Sezione di Locarno

Qualcosa non funziona nel modo di condurre e di operare della nostra polizia comunale. Non vorremmo che con il moltiplicarsi dei casi di denuncia contro gli agenti, il compito di controllarli, nell’incapacità del comando, fosse demandato alla magistratura. I rappresentanti del partito socialista in CC e in Municipio si sono trovati soli a segnalare, a dir poco, l’inadeguatezza di alcuni agenti. In quest’ultima legislatura i nostri consiglieri hanno presentato ben due interpellanze e tre interrogazioni, interpretando il disagio di una buona parte della cittadinanza di fronte al comportamento spesso arrogante e sopra le righe di chi, con armi alla cintura, è incaricato di tutelare l’ordine pubblico. 

Purtroppo le risposte ricevute dal Municipio e dai capi dicastero interessati, nel tentativo di minimizzare i fatti, sono sempre state evasive.
L’obiettivo dei socialisti non è quello di accanirsi contro i funzionari comunali e contro i politici che ne sono responsabili. Il nostro campanello d’allarme era e resta mirato a mettere fine all’evidente disfunzionamento del comando della polizia comunale. Non si tratta soltanto di togliere le mele marce. È il modus operandi nel suo complesso che deve essere oggetto di verifica e approfondimento. Alcuni casi recenti hanno messo in evidenza lacune nel comando e nella registrazione degli interventi. Le camere video nelle celle di sorveglianza, per fare un esempio, non funzionano mai, neppure quando sarebbe necessario che funzionassero per rilevare non solo i comportamenti delle persone fermate ma anche quelli degli agenti. Gli autori dei fermi e delle perquisizioni non vengono registrati. Quando il procuratore pubblico chiede lumi al comandante, questi non sa rispondere, si appella al lungo tempo trascorso e a improbabili vuoti di memoria. Chi ha proposto e ottenuto l’aumento salariale degli agenti non si è purtroppo impegnato a migliorarne la qualità attraverso, come noi avevamo proposto, corsi di formazione e di aggiornamento. Ora il risultato si vede. Pensiamo in particolare al
caso degli agenti condannati dalla Corte di appello e di revisione penale per abuso di potere, sequestro di persona, vie di fatto, ingiuria e violazione di domicilio. Uno dei due agenti è recidivo. Entrambi sono già stati segnalati per interventi “sproporzionati”. I giudici di primo e di secondo grado li hanno ritenuti inattendibili, mendaci, pronti persino a cancellare le prove dei loro abusi. Tali insopportabili atteggiamenti non rappresentano solo una grave anomalia ma costituiscono un pesante pregiudizio per la credibilità dell’intero corpo di polizia. Confrontato a un caso simile, il Municipio di Lugano non ha esitato a sospendere e poi a licenziare l’agente in questione. Cosa intende fare ora il nostro Municipio? Saprà finalmente rendersi conto delle gravi implicazioni e responsabilità politiche che nessun altro sembra avere il coraggio di denunciare? Seguirà i tentennamenti del capo dicastero, targato PLR, impreparato ad affrontare la questione? O troverà finalmente il coraggio di togliere la divisa a chi non se ne è dimostrato degno, dando un buon esempio a chi, invece, con questa divisa fa degnamente il proprio lavoro a favore di tutta la cittadinanza?

 

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