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L'OSPITEGli effetti finanziari del raddoppio sui progetti stradali e d'agglomerato ticinesi ci sono eccome!

08.02.16 - 22:00
Il Comitato borghese contro il raddoppio
Gli effetti finanziari del raddoppio sui progetti stradali e d'agglomerato ticinesi ci sono eccome!
Il Comitato borghese contro il raddoppio

In seguito alla presa di posizione delle sezioni locarnesi del PPD e PLR in data martedì 2 febbraio, il Comitato borghese contro il raddoppio sottolinea in maniera chiara, che a differenza di quanto affermato dalle sezioni locarnesi, il raddoppio avrà effetti finanziari diretti sia per il collegamento A2-A13 che in generale per i progetti d'agglomerato.

Il nuovo meccanismo di finanziamento del traffico stradale prevede la creazione di due fondi paralleli, il Finanziamento speciale per il traffico stradale (FSTS) e il Fondo per le strade nazionali e il traffico d'agglomerato (FOSTRA). Con il nuovo meccanismo in vigore dal 2018, sempreché accolto dal popolo, si separarà il finanziamento delle strade in due fondi (FSTS e FOSTRA) e si vincoleranno nuove fonti di entrate. Uno degli obiettivi è quello di coprire il deficit cumulato previsto in 15 miliardi di franchi entro il 2030.

Il nuovo fondo FOSTRA è la stessa cassa che prevede il finanziamento delle strade nazionali, così come dei programmi d'agglomerato. A questo titolo il FOSTRA prevede un fabbisogno annuo (fino al 2030) di 3.2 miliardi. Di questi,
• 1.9 miliardi annui sono previsti per la manutenzione (con questi soldi si finanzierebbe l'investimento per il raddoppio del Gottardo) oltre che all'esercizio e alla sistemazione della rete stradale nazionale,
• circa 900 milioni per il completamento e il potenziamento della rete (es. il collegamento A2-A13 o la circonvallazione di Morges) e
• circa 400 milioni per i progetti d'agglomerato.

Il fondo FOSTRA prevede un deficit annuo di 1.3 miliardi di franchi fino al 2030, soldi che il Consiglio federale propone di prelevare con il controverso aumento della tassa sugli oli minerali di almeno 6 centesimi al litro. In questo contesto, il progetto del raddoppio costerebbe 300 milioni di franchi all'anno per dieci anni (senza manutenzione dei due tubi), circa il 10% dell'intera spesa annuale FOSTRA, con successivi costi di gestione supplementari stimati a 25-40 milioni di franchi l'anno!

Come suddividere nel FOSTRA i fondi per i diversi progetti sarà compito del Parlamento. Ciò significa che la costruzione di una seconda galleria è direttamente in concorrenza con i progetti di potenziamento della rete nazionale come pure i progetti d'agglomerato, poiché tutti i progetti sono finanziati dallo stesso fondo FOSTRA.

Il collegamento A2-13 nel Locarnese - spesa prevista 2 miliardi - dovrebbe essere finanziato con questo stesso fondo. Questo progetto rischia però di essere spinto in fondo alla lista delle priorità. Non può non preoccupare il comunicato stampa del 19 gennaio scorso, in cui la Commissione dei trasporti del Consiglio degli Stati "ritiene che la grossa sfida risieda nel reperire i finanziamenti (...). Le opinioni divergono tuttavia per quanto concerne le fonti cui attingere per coprire le lacune di finanziamento nel traffico stradale. Il dibattito è reso ancora più problematico a causa della difficile situazione in cui
versano le finanze della Confederazione". Si aggiungeranno perciò anche i tagli del prossimo programma di stabilizzazione che sta per essere confezionato a Berna. Dare la necessaria priorità al collegamento nel Locarnese sarà più che arduo se già 3 miliardi saranno spesi per il raddoppio del Gottardo, tolti dallo stesso fondo di finanziamento, raddoppio cha volenti o nolenti sarà messo nella categoria dei “progetti ticinesi”.

Il cosiddetto “risanamento” con ampliamento a 4 corsie come proposto è una variante superlusso, che oltre a comportare effetti sanitari, ambientali e territoriali perversi per il Ticino, sottrarrà anche importanti risorse finanziarie per la realizzazione di altri progetti ben più importanti e prioritari per il nostro Cantone.

Le alternative al raddoppio esistono, sono credibili, e ridurrebbero il rischio che tra qualche anno dovremo tagliare sugli altri progetti ticinesi cofinanziati da Berna, oppure mettere mano nuovamente al nostro portafoglio per pagare i grossi deficit del fondo per le strade nazionali.

Per questi motivi rinnoviamo l'invito a votare NO il prossimo 28 febbraio.

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