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L'OSPITEIniziativa individuale sul divieto dei riscaldamenti a olio: deve decidere il mercato

08.02.16 - 11:01
Swissoil Svizzera
Iniziativa individuale sul divieto dei riscaldamenti a olio: deve decidere il mercato
Swissoil Svizzera

Swissoil, l’Associazione mantello svizzera dei commercianti di combustibile, si dichiara delusa dall’approvazione temporanea accordata oggi dal Gran Consiglio del Canton Zurigo all’iniziativa individuale “REDEM – Iniziativa per edifici a basso impatto ambientale (REDEM – Initiative für klimafreundliche Gebäude)”. L’iniziativa prevede il divieto di installazione di impianti di riscaldamento a olio e gas fino al 2034. Un provvedimento questo del tutto sproporzionato che si insidia nei diritti di proprietà dei proprietari degli stabili e, soprattutto, non presenta alcun influsso misurabile sul clima globale.

Swissoil respinge nettamente l’iniziativa individuale “REDEM - Iniziativa per edifici a basso impatto ambientale” lanciata da un gruppo di professori del Politecnico di Zurigo. Siamo convinti che il modo in cui un edificio debba essere riscaldato deve essere regolato dal mercato e non dalla politica. Una buona parte dei gran consiglieri di Zurigo è d’accordo e ha respinto il progetto – siamo, pertanto, fiduciosi e ci auguriamo che l’iniziativa non trovi la maggioranza nemmeno nella votazione finale in Parlamento per i seguenti motivi:

- Nessuna distorsione del mercato: Non è compito dello Stato vietare singoli vettori energetici. Come vengano riscaldati gli edifici in Svizzera, viene deciso dal mercato – i proprietari e gli appaltatori devono poter scegliere liberamente gli impianti di riscaldamento da installare nei loro stabili. Se i sistemi non fossili dovessero essere così economici ed ecologici, essi sostituirebbero di per sé i riscaldamenti fossili. Il divieto è dunque un intervento grave nella libertà di proprietà dei proprietari e dal punto di vista di Swissoil questo è inaccettabile.

- Riscaldamento a olio efficiente: Chi di principio demonizza le energie fossili, sottovaluta la realtà. I riscaldamenti a olio e gas sono sempre più efficienti e puliti. Sostituendo il vecchio impianto di riscaldamento a olio con uno nuovo si può ottenere un aumento dell’efficienza del 30%. Parallelamente, nei mesi invernali sono in funzione, per esempio, le pompe di calore che utilizzano l’elettricità delle centrali termoelettriche a carbone tedesche. Il loro presunto effetto positivo sul clima è dunque solo relativo. Inoltre, non tutti sono a conoscenza che le emissioni di CO2 dell’intero mix di energia elettrica europeo (350 grammi CO2/kWh) sono attualmente maggiori di quelle dell’olio combustibile/diesel (260 grammi CO2/kWh).

- Ottimo bilancio CO2 della Svizzera: La Svizzera vanta un ottimo bilancio CO2, soprattutto perché il suo approvvigionamento energetico deriva da centrali nucleari e idroelettriche. Il fatto tanto criticato dai promotori dell’iniziativa, ovvero che in Svizzera ancora troppe abitazioni utilizzino il riscaldamento a olio, ha un’origine storica, infatti, la Svizzera è stata uno dei primi paesi che ha sostituito il carbone con l’olio combustibile. Il nostro Paese ha quindi contribuito alla tutela del clima già in passato, quasi accumulando un surplus per il futuro.

- Il clima non può essere salvato in Svizzera: La Svizzera contribuisce, come noto, solo con l’1,5 ‰ alle emissioni globali di CO2. L’influsso che le misure atte a ridurre tali emissioni, limitate solo a una regione, possono avere sul cambiamento climatico globale non è dunque dimostrabile.

Per tutti questi motivi attuare ulteriori misure in questo senso non risulta essere opportuno. Pertanto, Swissoil respinge nettamente anche questo intervento.

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