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L'OSPITELettera aperta ai presidenti di Lega, PLRT, PPD e UDC

05.02.16 - 14:58
Igor Righini, presidente del Partito Socialista
Foto Ti-Press
Lettera aperta ai presidenti di Lega, PLRT, PPD e UDC
Igor Righini, presidente del Partito Socialista

Cari colleghi presidenti,

gentili Signori, Attilio Bignasca (Lega), Rocco Cattaneo (PLRT), Filippo Lombardi (PPD) e Piero Marchesi (UDC),

ho letto con attenzione il vostro recente appello “Non lasciateci da soli, il Ticino non è un cantone di serie B!”, rivolto ai cittadini ticinesi e confederati, con il quale chiedete di “votare sì il prossimo 28 febbraio al progetto di risanamento del Gottardo”. Le ragioni di tutti i favorevoli al risanamento, che continuo a chiamare con il termine meno fuorviante di “raddoppio”, sono due: l’isolamento del Ticino e la sicurezza in galleria. A prima vista, il vostro parere sembra ineccepibile. Infatti chi sarebbe così maldestro dal sostenere delle soluzioni che danneggiano l’economia cantonale e per giunta mettono in serio pericolo la vita dei conducenti e dei passeggeri?

La teoria isolazionista merita comunque un approfondimento. Il prossimo 1. giugno 2016, con l’inaugurazione della galleria di base del San Gottardo, noi ticinesi saremo collegati alla Svizzera d’oltralpe grazie a una linea ferroviaria veloce. Se oggi da Bellinzona a Zurigo si impiegano due ore e mezza circa, tra quattro mesi il tempo di percorrenza corrisponderà a circa un’ora in meno. Con AlpTransit lo sviluppo delle relazioni economiche tra il Sud e il Nord della Svizzera migliorerà notevolmente. L’esempio dell’Alto Vallese è significativo: dopo l’apertura della galleria ferroviaria del Lötschberg avvenuta nel 2007, i principali centri vallesani hanno registrato effetti positivi con una crescita di molti settori economici, commerci e attività di vario genere, l'aumento del gettito fiscale, un forte afflusso di turisti di giornata.

Per dovizia d’informazione avreste dovuto parlare anche della ferrovia. Aver dimenticato AlpTransit ha distorto la percezione della realtà. Non è vero che una chiusura della galleria autostradale comporterà l’isolamento del Ticino dal resto della Svizzera. Inoltre non ha favorito ai cittadini la comprensione della realtà il fatto che non abbiate precisato che, in base a un recente rapporto dell’Ufficio federale delle strade (Ustra), il risanamento della galleria non è urgente e che nei prossimi anni sarà possibile eseguire interventi di ordinaria manutenzione, prolungando la vita della galleria almeno fino al 2035, accantonando del prezioso denaro pubblico (2,75 miliardi circa), migliorando la sicurezza e garantendo l’esercizio parziale durante i lavori (sull’esempio della galleria austriaca del Voralberg).

Passando alla vostra seconda teoria, vorrei chiedervi: perché proprio la sicurezza stradale della galleria del San Gottardo è così importante. Se vi sta a cuore, come a tutti noi, la sicurezza delle persone, non sarebbe meglio promuovere un progetto di risanamento su un impianto stradale particolarmente pericoloso? Come emerge dalla carta Svizzera degli incidenti, la galleria del Gottardo è sicura e non rientra nelle aree a rischio maggiore. Per una questione di sicurezza, anche in un rapporto fra costi e benefici, si otterrebbe un risultato migliore e si salverebbero più vite risanando tratti di strada più pericolosi. Capisco: occorre pur cominciare da qualche parte. Ma mi sorge un dubbio: forse la questione della sicurezza è un pretesto per far presa sui sentimenti della gente e ottenere l’approvazione del progetto?

Senza dovermi sentire in colpa domani per eventuali incidenti (che per una semplice impossibilità di ridurre completamente il rischio purtroppo capiteranno sia nel caso di una galleria raddoppiata sia in quello di una bidirezionale), invito tutti i cittadini ticinesi a chiedere rispetto per il nostro territorio, che non può trasformarsi in un corridoio di transito delle merci su gomma al servizio dell’Europa. Invito tutti i cittadini ticinesi e confederati a votare NO a questo progetto di risanamento della galleria del San Gottardo.

Cari colleghi presidenti, congedandomi da voi su questa delicata questione che ci trova su fronti avversi vi rinnovo l’invito a voler scattare una fotografia tutti insieme in favore di una radiotelevisione pubblica della Svizzera italiana (RSI) di serie A. Spero in quell’occasione di poter sorridere anch’io in mezzo a voi.

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