Nicholas Marioli, Lega dei Ticinesi e Movimento Giovani Leghisti
La pubblicazione della recente ricerca sul mercato del lavoro, condotta dall'Istituto delle Ricerche Economiche dell'USI, ha creato un gran polverone mediatico e politico.
Sostanzialmente lo studio in questione trae nelle proprie conclusioni che nel Canton Ticino non vi è una sostituzione dei posti di lavoro a vantaggio dei frontalieri e la causa della disoccupazione è la mancanza delle competenze e delle qualifiche.
Non è accettabile che vengano spesi i soldi dei contribuenti per delle pubblicazioni di parte, considerato che vi sono ricercatori frontalieri che hanno partecipato, e non attendibili.
Il fenomeno della sostituzione della manodopera nel terziario è un dato di fatto indiscutibile.
Come si possono giustificare annunci di lavoro per segretarie a 1'800 franchi al mese, l'aumento della disoccupazione, il peggioramento della qualità delle prestazioni lavorative e delle condizioni salariali?
Semplice, un'italianizzazione del mercato del lavoro ticinese e a farne le spese sono sempre i ticinesi e i residenti.
Si preferiscono le “ciance” ai fatti e il pretesto delle lauree italiane è la solita invenzione per discriminare gli indigeni.