Cerca e trova immobili
Carlo Lepori, Presidente ad interim del PS Ticino
Problemi finanziari? Semplice: tagli sul personale. È la soluzione più scontata, ovvia e indolore per chiunque. Indolore si fa per dire, perché ogni taglio fa male a chi lo subisce. Ma certo non fa male a chi lo compie.
I due casi più recenti in Ticino sono diversi fra loro, ma sintomatici della crisi del mercato del lavoro.
Dapprima la RSI, che cancella 49 posti fra prepensionamenti, mancate sostituzioni e licenziamenti veri e propri. Ora, pur capendo le necessità finanziarie determinate dalla nuova legge che ha aumentato i contributi alle emittenti private e dalla sentenza del Tribunale federale che lascia l’IVA a carico della SSR-SRG, constatiamo che a farne le spese sono soprattutto le persone e che è a rischio la qualità del servizio pubblico. La qualità dell’offerta di informazione, di cultura e di produzioni svizzere dev’essere difesa, evitando licenziamenti che farebbero perdere esperienze preziose.
Poi la Crai, che ha provato a lasciare a casa 10 persone perché è in crisi, nonostante i sacrifici proposti e accettati dai dipendenti, e che è stata costretta a tornare sui propri passi solo grazie alla resistenza delle lavoratrici e dei lavoratori sostenuti dai sindacati. A dimostrazione che reagire si può, che lasciarsi mettere i piedi in testa non è l’unica opzione.
Sono questi due i casi giunti di recente all’attenzione collettiva attraverso i media, ma centinaia di altri ce ne sono che non fanno notizia perché sono individuali: uno stillicidio di licenziamenti e di sostituzioni, mentre per quelle famiglie e quelle persone, specie se un po’ in là negli anni, cominciano le preoccupazioni, le ansie, il timore del termine del sussidio di disoccupazione e dell’arrivo dell’assistenza…
Questo è un mercato nel quale i lavoratori non vengono percepiti come una risorsa dell’azienda ma solo come un costo. E, come tutti i costi, facili da tagliare. Anzi, il più facile di tutti. Che poi quella risorsa sia indispensabile per la qualità del prodotto, la prima a risentire dei tagli, importa più poco.
