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L'OSPITEDifendiamo i servizi pubblici e il lavoro

01.10.15 - 23:10
Raoul Ghisletta, candidato PS al Consiglio nazionale
Difendiamo i servizi pubblici e il lavoro
Raoul Ghisletta, candidato PS al Consiglio nazionale

Tra i funzionari liberali radicali ticinesi e tra gli altri impiegati pubblici non sono passate inosservate le seguenti parole del presidente del PLRT Rocco Cattaneo, scritte lo scorso 24 luglio: “Il problema è che l’amministrazione pubblica nel suo complesso è diventata una mega-macchina dai costi stellari ed è qui che bisogna avere il coraggio di tagliare, ad ogni livello: federale, cantonale e comunale. La socialità va preservata e difesa ma non va confusa con i costi della burocrazia, gli sprechi e i privilegi.”

Si tratta di un’uscita infelice da parte di chi ambisce ad andare a Berna per amore della Svizzera e del Ticino. Cominciamo col dire che i funzionari svizzeri applicano le leggi e lo fanno in modo semplice se le leggi sono semplici; ma se le leggi sono complicate dagli equilibrismi politici la loro applicazione diventa complessa. Anche la socialità (AVS, AI, AD, ecc.) non è un rubinetto della vasca da bagno, che si apre e si chiude con un giro: essa va gestita con oculatezza ed equilibrio da parte dei funzionari. E soprattutto, come ricorda l’Associazione del personale della Confederazione, sul piano internazionale, non è vera la tesi catastrofista sui costi portata da Cattaneo: la quota parte dello Stato in Svizzera è molto debole e l’amministrazione da noi funziona in maniera razionale ed efficiente, tanto è vero che viene studiata da esperti stranieri. Il rapporto tra le spese dello Stato e il Prodotto interno lordo è del 31,5% in Svizzera, del 38,9% negli USA, del 42,8% in Giappone e del 49,5% nell’Unione europea. “Rimproverare una mancanza d’efficienza all’amministrazione pubblica è una moda”, che si sviluppa in periodo elettorale tra i ranghi liberisti, conclude l’associazione dei funzionari federali.

Il personale federale e delle regie federali non deve essere denigrato, ma deve essere sostenuto dai deputati ticinesi, perché favorisce la coesione nazionale e svolge compiti di primaria importanza in condizioni non sempre facili. Si pensi al personale doganale rappresentato da Garanto, che in una petizione in corso denuncia i tagli di uffici doganali interni e in una recente presa di posizione deplora le condizioni di lavoro del personale doganale distaccato in servizio a sud. Si pensi al personale ferroviario e postale, che viene chiamato a ritmi di lavoro sempre più elevati per far fronte al crescente lavoro e alla crescente concorrenza: il sindacato del personale ferroviario rileva anche i problemi legati all’insufficiente manutenzione delle infrastrutture e al precariato, e quest’ultimo punto è un problema presente pure nel settore postale.

Attaccare frontalmente il personale federale, cantonale e comunale, che in questi anni ha fatto numerosi sacrifici per risanare le finanze pubbliche, mi pare veramente un’uscita fuori posto. Dobbiamo mandare dei parlamentari a Berna che difendano il servizio pubblico e che non minino il morale di chi lavora nel servizio pubblico attraverso la denigrazione! Ricordo le battaglie fatte da anni contro la chiusura di servizi pubblici come gli sportelli postali, le officine di Bellinzona e i trasporti pubblici nelle zone periferiche. I parlamentari ticinesi devono battersi affinché nel mandato pubblico federale la Posta sia obbligata a servire in modo capillare i paesi e i quartieri. Inoltre devono difendere anche gli altri servizi fondamentali per la popolazione: i trasporti pubblici, gli ospedali e i servizi assistenza a domicilio, la scuola pubblica e gli asili nido per le famiglie, la formazione universitaria, i servizi doganali e di sicurezza, ecc.. Senza questi servizi pubblici e sussidiati la vita di molti cittadini sarebbe nettamente peggiore. Per questo bisogna migliorare i servizi pubblici in Svizzera e non denigrarli!

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