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L'OSPITEUn piano di risparmio federale inopportuno!

19.09.15 - 17:30
Sem Genini, Segretario agricolo cantonale e candidato al Consiglio Nazionale per la Lega dei Ticinesi (lista 5 numero 6)
Foto Ti-Press Davide Agosta
Un piano di risparmio federale inopportuno!
Sem Genini, Segretario agricolo cantonale e candidato al Consiglio Nazionale per la Lega dei Ticinesi (lista 5 numero 6)

È ora di smetterla con questa strategia “ballerina” e poco credibile che assomiglia sempre di più a una presa in giro che a un lavoro serio e a lungo termine. In un comunicato stampa diramato all’inizio di settembre, il comitato dell’Unione Svizzera dei Contadini (USC), di cui faccio parte, ritiene inaccettabile che il Con­siglio federale (CF) si rifiuti ancora una volta di pagare interamente le prestazioni che ha richiesto esplicitamente agli agricoltori nell’ambito della Politica agricola 2014-17. Con il programma di risparmio proposto, il CF infrange una promessa; tocca ora al Parlamento correggere la situazione e rimettere la chiesa al centro del villaggio.

La PA14-17, entrata in vigore il 1 gennaio 2014 tra mille polemiche, richiede alle famiglie contadine di fornire un numero più elevato di prestazioni in cambio dello stesso ammontare di pagamenti diretti. Se l’USC ha sostenuto la riforma nella votazione finale del Parla­men­to e ha rinunciato a un referendum è perché il Consiglio federale aveva promesso a più riprese e in maniera inequivocabile che non avrebbe toccato il credito quadro a favore dell’agricoltura negli anni futuri. Nonostante ciò, da un anno, il CF sta elaborando un programma di ri­spar­mio per il 2016 che prevede una proposta anche nel settore agricolo. Sebbene con lungimiranza il Parla­men­to abbia rifiutato i risparmi alle spese dell’agricoltura proposti nel programma di consolidamento e di riesamina dei compiti nelle sessioni del 2015, il Consiglio federale è intenzionato a ripresentare lo stesso progetto di risparmio. Intende ridurre di 100 milioni il budget per l’agricoltura a livello di pagamenti diretti che indennizzano le prestazioni richieste agli agricoltori dalla politica e dalla popolazione. Per l’USC questo modo di agire è una grave violazione del principio di buona fede e di inosservanza del volere del Parlamento. Senza dimenticare i costi di queste operazioni; ritengo che bisogna accettare e mettere in pratica la volontà delle camere.

È inopportuno risparmiare a discapito dell’agricoltura, poiché la sua parte sul totale delle spese della Confede­razione continua a diminuire. Si dovrebbe piuttosto risparmiare in quei settori dove i costi sono aumentati nel corso degli anni o in quelli dove gli aiuti sono aumentati in maniera importante. Se si considera la situazione economica attuale del settore agricolo, la decisione del Consiglio federale è ancor più incomprensibile. Il reddito di un’unità di lavoro familiare, che lavora a tempo pieno, si situa in media a 40mila Franchi all’anno, circa il 40% in meno rispetto alla media nei settori comparabili. Le conseguenze sono facilmente comprensibili e mettono in dubbio l’esistenza di numerose famiglie contadine. Questo nonostante la Legge sull’agricoltura esiga che il Consiglio federale debba prendere delle misure efficaci per garantire che i redditi agricoli corrispondano a quelli del resto della popolazione!

Il Consiglio federale e il Parlamento devono mantenere la parola data e regolare i propri conti; tocca alle Ca­mere correggere tale decisione e ristabilire la fiducia che si sta perdendo. Volenti o nolenti, la politica gioca un ruolo fondamentale per il futuro del nostro settore; sarà importante che i candidati al Parlamento, vicini al settore, lavorino in prima persona, ma anche dietro le quinte per promuovere il settore.

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